Roma e Napoli: i segreti sotterranei di città antiche

Ogni città del mondo conserva in sé un tesoro nascosto nelle sue profondità, sotto la superficie. È possibile scoprire tali affascinanti percorsi segreti grazie ai dei percorsi studiati per guidare i visitatori nelle pagine più interessanti della storia.

Napoli e Roma, due tra le città più antiche, conservano nel loro sottosuolo dei veri e propri tesori, testimonianza di una civiltà antichissima. Questi percorsi sotterranei custodiscono pagine di storia, leggende e tradizioni e spesso anche segreti, tutti da scoprire. Roma è ricca di meraviglie sepolte, spesso sconosciute non solo ai turisti, ma anche agli stessi romani, ignari della città nascosta sotto le strade che calpestano ogni giorno.

Napoli sotterranea è a sua volta un mondo affascinante, in cui la storia si intreccia al mistero e alla magia, con un fittissimo e complesso reticolo di cunicoli e cavità, che si intersecano per chilometri nel sottosuolo formano una vera e propria seconda città, che ricalca la città di superficie.  La città sotterranea si estende sotto tutto il centro storico, ad essa sono legati miti e leggende ancora oggi vivi nell’immaginario collettivo dei napoletani. Le gallerie sottostanti Napoli sono state usate, nel corso dei secoli, in diversi modi. Nate in seguito all’estrazione di tufo per la costruzione della città, sono state poi adibite ad acquedotto e come rifugio ai tempi della Seconda Guerra Mondiale.

Andiamo a scoprire alcune di questi percorsi ricchi di segreti di due delle città più belle d’Italia.

ROMA

Roma e Napoli: i segreti sotterranei di città antiche

Domus Romane di palazzo Valentini

Le Domus sotto palazzo Valentini ricoprono un’area di circa 500 metri quadrati. Si tratta di un’antica zona termale privata con vasche di acqua calda e fredda e una domus di magistrati e senatori del III Sec. d.C. Tra gli oggetti antichi ritrovati al suo interno due sculture del II sec. d.C. di grandi dimensioni e di elevata qualità artistica che rappresentano due togati. Il ritrovamento dimostra l’esistenza di un quartiere esclusivo immediatamente dietro il Foro di Traiano e al centro degli edifici pubblici dell’antica Roma.

I sotterranei del Colosseo

Un Colosseo inedito si svela agli occhi dei visitatori dei suoi sotterranei, a cui si accede presso la sezione del monumento che comprende la monumentale Porta Libitinaria. La discesa negli ambienti ipogei permetterà di aggiungere una parte fondamentale alla visita del monumento, poiché in questi spazi sotterranei si svolgeva un’alacre attività. Qui si muovevano gli schiavi che attraverso questi passaggi si spostavano per adempiere ai propri servizi, senza che gli spettatori si accorgessero di nulla e senza intralciare gli spettacoli. Qui venivano portate le belve catturate negli angoli più remoti dell’Impero. Qui sostavano i gladiatori e si preparavano alla lotta prima di salire sull’arena. Questi sono gli spazi che raccontano i retroscena delle lunghe giornate del Colosseo.

I sotterranei della Basilica di S. Giovanni

Il Laterano è tra le zone di Roma più ricche di storia e testimonianze archeologiche. La Basilica Lateranense, in particolare, nei suoi sotterranei custodisce uno spaccato di storia tra i più eccezionali presenti in tutta l’Urbe. Antichi complessi edilizi, tra cui una casa signorile del I sec. con straordinari affreschi parietali e la caserma delle guardie imperiali a cavallo, successivamente distrutta da Costantino, nonché un caseggiato civile del III secolo a pianta trapezoidale e un grande cortile centrale, rendono questo luogo assolutamente imperdibile e di particolare interesse.

I sotterranei della Basilica di S. Martino ai Monti

Uno degli esempi più belli ed affascinanti di ciò che possiamo trovare al di sotto di una delle chiese più note di Roma è quello del “Titolo Equizio” (le primordiali basiliche cristiane), che si è conservato nei sotterranei della Basilica di S. Martino ai Monti, al Colle Oppio. Si tratta di un grande ambiente rettangolare in laterizio, suddiviso in tre navate da sei pilastri, databile intorno al III sec., facente parte delle vicine terme ed adibito in seguito, probabilmente, a scopi commerciali. Alla fine del III sec. inizi del IV venne utilizzato per il culto cristiano. Un ulteriore più basso livello di sotterranei, ancora mai scavato, mantiene nascoste e inalterate le ricchezze di questo luogo di particolare suggestione e interesse.

I sotterranei della Chiesa di S. Lorenzo in Lucina

Accanto alla Sagrestia della Chiesa si trova un corridoio detto Laurentina, che dà accesso ai sotterranei, portati alla luce da lavori di scavo nella chiesa. Si possono vedere, proprio in corrispondenza della navata centrale e della sua parte meridiana, un vano pavimentato a mosaico bianco e nero con disegni geometrici tipici del II secolo d.C., mentre il muro perimetrale dell’abside poggia su di un rettilineo, di epoca precedente, affrescato con elementi vegetali e spartizione della parete con larghe fasce. All’interno dei sotterranei venne scoperta una fonte battesimale in discreto stato conservativo e un enorme ossario, testimone delle numerose sepolture operate nel corso dei secoli.

I sotterranei della Chiesa di S. Crisogono

I sotterranei di S. Crisogono conservano le vestigia di una delle più antiche chiese (Tituli) sorti nel quartiere di Trastevere e probabilmente a Roma. La scoperta della basilica paleocristiana avvenne nel 1908 durante una campagna di scavi per conto del Ministero di Belle Arti, sebbene fosse già nota l’esistenza di resti antichi sotto il livello moderno. Si tratta di una basilica paleocristiana ad un’unica navata dotata di portico che si distingue dagli altri esempi romani per la presenza, ai lati dell’abside, di due ambienti con funzione di battistero e secretarium. I sotterranei, particolarmente estesi, occupano completamente lo sviluppo planimetrico della basilica superiore.

I sotterranei di Piazza Navona – Stadio di Domiziano

La forma di piazza Navona ancora oggi ricalca quella del Circo Agonale, conosciuto anche come Stadio di Domiziano, struttura dedicata alle gare di atletica nell’antica Roma. Appena riaperto dai recenti restauri, il sito archeologico permette di accedere alle platee dell’antico stadio in un percorso unico e suggestivo. Lo Stadio venne fatto costruire già prima dell’86 d.C., per servire ai giochi atletici greci da lui particolarmente apprezzati e misurava 275 metri in lunghezza per 106 di larghezza. I moderni edifici sulla piazza, occupano il luogo delle gradinate della cavea che potevano ospitare fino a 30.000 spettatori ed in parte oggi visitabili scendendo nei sotterranei. Uno tra i più interessanti esempi di come il piano della città moderna, si sia sopraelevato rispetto a quello antico.

I sotterranei di S. Cecilia in Trastevere

La Basilica di S. Cecilia, situata nella piazza omonima, sorge sulla casa della martire romana Cecilia e di suo marito Valeriano. Gli scavi sotto la chiesa, effettuati durante il restauro del 1899, evidenziarono effettivamente un gruppo di antichi edifici di età repubblicana con muri in opera quadrata di tufo e una colonna dorica. L’edificio mostra restauri e rifacimenti di età successiva, dal II al IV secolo d.C., quando venne unificato con altre costruzioni già esistenti e risalenti all’età repubblicana. Oltre a diversi ambienti costruiti in opera laterizia e con resti di mosaici pavimentali, vi si trova anche una grande stanza caratterizzata dalla presenza nel pavimento di sette vasche cilindriche in mattoni. La casa fu trasformata in titulus (denominato Ceaciliae) già nel V secolo finché S. Gregorio Magno fece costruire la basilica primitiva nel VI secolo. Santa Cecilia, rea di aver tentato di convertire Valeriano e il fratello Tiburzio, fu martirizzata nel 230 d.C. nei sotterranei della chiesa, dove tuttora si trova il calidarium, ossia l’ambiente nel quale la martire subì per tre giorni il supplizio: poiché, scaduto il terzo giorno, non era ancora stata soffocata dai vapori caldissimi, i suoi aguzzini la decapitarono per ordine dell’imperatore Marco Aurelio Severo Alessandro meglio noto come Alessandro Severo.

I sotterranei di S. Pietro

La Necropoli Vaticana è ubicata sotto il livello delle grotte, in corrispondenza della navata centrale della basilica e fu rinvenuta durante il pontificato di Pio XII Pacelli, (1939-1958) negli anni compresi tra il 1939 e il 1949. Apparve allora una doppia fila di edifici sepolcrali, databili tra il II e l’inizio del IV secolo, disposti l’uno accanto all’altro da ovest ad est su di un pendio successivamente colmato per la costruzione della basilica costantiniana. L’interno è ornato con pregevoli pitture, decorazioni a stucco e talvolta mosaici fino ad arrivare all’austera tomba dell’apostolo Pietro, punto culminante della visita.

Il Bunker di Mussolini

Con l’entrata in guerra dell’Italia, nel giugno del 1940, Mussolini ordinò la realizzazione di un primo Rifugio antiaereo a Villa Torlonia, che fu ricavato attrezzando i locali sotterranei di una cantina per il vino che si trovava vicino al Teatro ed era da tempo in disuso. Nel Rifugio erano presenti un telefono con una linea diretta riservata a Mussolini, una rete con materasso e un gabinetto. La lontananza, le scomodità e i difetti di questo rifugio convinsero ben presto Mussolini della necessità di far attrezzare un secondo Rifugio antiaereo e antigas, più funzionale e collocato all’interno dell’edificio del Casino Nobile. Venne così realizzato un Rifugio nella sala centrale del seminterrato, piano che ospitava la stufa a carbone del riscaldamento ad aria ed era adibito a sede delle cucine (poi trasferite all’ultimo piano).  Dopo i bombardamenti di Torino, Milano e Genova dell’ottobre 1942, Mussolini decise che per la sua residenza privata a Villa Torlonia occorreva un vero Bunker “alla prova”, ovvero in grado di resistere anche al colpo in pieno delle bombe più pesanti. Il Bunker di Villa Torlonia non fu mai utilizzato, in quanto non era stato ancora completato quando il 25 luglio del 1943 Mussolini fu destituito e arrestato: mancavano le porte, i sistemi tecnologici e la calotta in cemento a copertura dell’uscita d’emergenza.

I sotterranei di S. Sabina all’Aventino

L’antica basilica di Santa Sabina sull’Aventino venne realizzata, agli inizi del V sec., nelle immediate vicinanze della strada nota col nome di Vicus Armilustri. Nei suoi sotterranei si conservano i resti di alcuni edifici del quartiere antico: un piccolo tempio di età repubblicana (III sec. a.C.), pertinente ad uno degli antichissimi culti che si trovavano in questa area, ossia il tempio di Iuppiter Liber o il sacello di Libertas; parti consistenti delle Mura Serviane, la prima muraglia di Roma dove, a cavallo delle Mura, quando queste persero la loro funzione difensiva, vennero realizzate delle abitazioni del II sec. a.C. Di eccezionale importanza e pertinente alla basilica cristiana del V secolo sono da ammirare anche l’austero interno a tre navate, il ricco mosaico con la dedica della chiesa da parte di Pietro d’Illiria (425 d.C.), e l’eccezionale porta lignea, della metà del V sec., che conserva ancora 18 riquadri intagliati con scene tratte dall’Antico e dal Nuovo Testamento.

Il Mitreo del Circo Massimo

Il itreo fu scoperto nel corso dei lavori intrapresi negli anni ’30 per la creazione del deposito per le scene del Teatro Nazionale dell’Opera presso l’ex Pastificio Pantanella, che il Comune di Roma aveva acquistato negli anni Venti destinandolo a sede dei Musei di Roma. Si individuò un vasto edificio del II sec. d.C., più volte modificato e il cui pianterreno, nel III sec. d.C., fu adattato a mitreo. È uno dei più grandi luoghi di culto del dio Mitra conosciuti a Roma. Un magnifico rilievo in marmo bianco evoca la cerimonia della tauroctonia, durante la quale veniva ucciso un toro, sull’esempio di Mitra che, affiancato da Cautes e Cautopates, e da Sol e Luna, leva il pugnale contro l’animale sacrificale.

La Catacomba ebraica

A Roma sono sei o sette le catacombe ebraiche attestate e, questa rinvenuta a fine Ottocento sull’Appia antica, fu in uso fin nella tarda età imperiale. Sorta probabilmente su un iniziale cimitero pagano, il complesso si distingue dalle catacombe cristiane per i caratteristici kokim, originali sepolcri di origine orientale e per il repertorio pittorico ispirato alla religione ebraica e a quella pagana.  Oggi le catacombe dell’Appia rappresentano l’unico, tra i cimiteri appartenenti alla comunità ebraica, accessibili e visitabili, il cui primo stanziamento a Roma sarebbe attestato fin dal II secolo a.C.

La Necropoli di Villa Pamphili

La Necropoli di Villa Pamphili, una tra le più belle presenti a Roma, si sviluppa nell’area occupata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, e utilizzata per accogliere i capi di Stato delle nazioni estere. Il complesso è molto particolare ed a oggi ancora non completamente studiato, soprattutto per i sistemi ipogei che a causa di interri e riempimenti degli ingressi, sono parzialmente o totalmente inaccessibili.  Nella necropoli si conservano alcuni resti murari di sepolcri dalla fine dell’età repubblicana alla metà del II sec. D.C. con particolare riferimento al tipo costruttivo detto “colombario” relativo all’uso dell’incinerazione.

La Piramide di Caio Cestio

Alta 37 metri e in cementizio ricoperto di lastre marmoree, si ispira a modelli egiziani, di moda a Roma dopo la conquista dell’Egitto (30 a.C.). Una piccola porta sul lato ovest (aperta nel ‘600, quando la piramide è stata messa in luce) immette nel cunicolo che porta alla cella funeraria rettangolare. Le pareti sono intonacate e stupendamente dipinte a pannelli, con candelabri che inquadrano figure femminili. Nel III secolo il monumento è stato inglobato nelle Mura Aureliane. Un’apertura, visibile solo dall’interno, testimonia la profanazione del luogo in quanto utilizzata per il furto del sarcofago.

NAPOLI

Roma e Napoli: segreti sotterranei di città antiche

Napoli sotterranea ha vari punti di accesso, in Vico S. Anna di Palazzo 52, nei pressi di Piazza del Plebiscito, nei Decumani e nel Quartiere Sanità. I percorsi da questi punti di accesso sono tutti indipendenti e si snodano al di sotto delle vocianti e caratteristiche vie del centro storico, è un insieme di storia, avventura e divertimento, in grado di coinvolgere, appassionare ed emozionare ripercorrendo le vicissitudini della città lungo i suoi 2800 anni di storia. Il sottosuolo napoletano è un mondo a parte, per molto ancora inesplorato, isolato nella sua quiete millenaria eppure strettamente collegato con la città.

Un altro punto di accesso alla città sotterranea è dal Complesso di San Lorenzo Maggiore.

 

Altri luoghi interessanti di percorsi sotterranei partenopei sono:

Cimitero delle Fontanelle

Il Cimitero delle Fontanelle, in napoletano O’campusanto d’ ‘e Funtanelle) è un antico cimitero della città di Napoli, situato in via Fontanelle. Chiamato in questo modo per la presenza in tempi remoti di fonti d’acqua, il cimitero accoglie 40.000 resti di persone, vittime della grande peste del 1656 e del colera del 1836. Il cimitero è noto perché vi si svolgeva un particolare rito, detto il rito delle anime pezzentelle, che prevedeva l’adozione e la sistemazione in cambio di protezione di un cranio (detta capuzzella), al quale corrispondeva un’anima abbandonata, detta perciò pezzentella.

Catacombe di San Gaudioso

Nella zona della Sanità sorsero anticamente ipogei ellenistici e, successivamente, catacombe paleocristiane come quelle di San Gennaro e San Gaudioso. Dal XVII secolo la zona fu chiamata “Sanità” perché ritenuta incontaminata e salubre, anche grazie a proprietà miracolose attribuite alla presenza delle tombe dei Santi. La Catacomba di San Gaudioso è la seconda per ampiezza di Napoli, e in essa convivono elementi paleocristiani e del XVII secolo.

Catacombe di San Gennaro

Un altro esempio della Napoli in cui la storia può essere ripercorsa attraverso i suoi “strati, sono le Catacombe di San Gennaro.

Il nucleo originario delle Catacombe di San Gennaro, disposte su due livelli non sovrapposti, risale al II secolo d.C. Si tratta, probabilmente, del sepolcro di una famiglia gentilizia che poi donò gli spazi alla comunità cristiana. L’ampliamento iniziò nel IV secolo d.C. in seguito alla deposizione delle spoglie di Sant’Agrippino, primo patrono di Napoli, nella basilica ipogea a lui dedicata. Un’unica navata scavata nel tufo, che conserva ancora una sedia vescovile ricavata nella roccia e l’altare con un’apertura, in cui i fedeli potevano vedere e toccare la tomba del santo.

Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco

La Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, o più semplicemente del Purgatorio ad Arco, è una chiesa barocca situata su via dei Tribunali, nel centro antico di Napoli.

Da una scala posta subito a sinistra dopo l’ingresso in chiesa si giunge a un’altra chiesa, costruita in linea d’aria al di sotto di quella del Purgatorio, infatti le dimensioni sono le medesime, con lo scopo di dare sepoltura alle anime povere (cosiddette pezzentelle). Lungo le pareti sono collocate alcune cappelle votive, mentre al centro del pavimento è una grande tomba anonima.

Nell’angolo a sinistra della chiesa un corridoio decorato con teschi dà accesso alla tomba di Giulio Mastrilli, nonché ad un secondo ambiente sotterraneo, che fungeva da ipogeo, con teschi e spazi destinati alla sepoltura di corpi umani. Uno di questi teschi richiama il ricordo dell’anima di Lucia, morta in un naufragio insieme al suo sposo: a questa figura vengono chieste tutt’oggi grazie e intercessioni nonché offerti fiori e foto dei familiari come ex voto.

Tunnel borbonico

La Galleria Borbonica è il più affascinante percorso del circuito della NAPOLI SOTTERRANEA e rappresenta il vanto dell’ingegneria civile borbonica in sotterraneo. All’interno della Galleria sono stati rinvenuti numerosi veicoli e motoveicoli degli anni ’40, ’50 e ’60, nonché statue e residuati della Seconda Guerra Mondiale che sono visibili durante le visite guidate. La Galleria, offre un “Percorso Standard”, che consente di passeggiare all’interno della Galleria, nei settori del ricovero bellico e nelle cisterne dell’acquedotto; il “Percorso Avventura”, che consente di ammirare pregevoli cisterne del ‘500 e del ‘600 e di navigare su una zattera all’interno di una galleria della metropolitana abbandonata ed invasa dall’acqua; il “Percorso Speleo”, che consente di addentrarsi, dotati di tute, caschi e luci, nei cunicoli e nelle cisterne dell’acquedotto alla ricerca di simboli realizzati nel tufo e di volare con una teleferica all’interno di un’enorme cisterna seicentesca. Infine, il percorso intitolato la “Via delle Memorie”, un viaggio incredibile nelle cave e nelle cisterne del Palazzo Serra di Cassano.

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