Abitudini di vita poco eleganti, costumi extra istituzionali in compagnia di provocanti, disinvolte spregiudicate, disinibite e soprattutto giovanissime donne. Questi, secondo le indagini sono stati i comportamenti non proprio professionali di Silvio Berlusconi.
Secondo i giudici della seconda sezione penale (presidente Luigi Forleo), le ragazze che partecipavano alle cene poco eleganti organizzate “assiduamente, a volte freneticamente” nelle residenze da Silvio Berlusconi lo facevano, nella maggior parte dei casi, nella esclusiva prospettiva di conseguire “munifiche elargizioni economiche o altri vantaggi personali o addirittura – in modo ancor più lungimirante – di dare una svolta alle loro (talvolta, a dir poco modeste) vite“. Le ragazze, secondo i giudici erano animate dalla speranza di guadagnare le sue attenzioni di Berlusconi e di essere ‘elette‘ per trascorrere la notte in sua compagnia, consentendo a soddisfarne anche “le più perverse pulsioni erotiche addirittura attraverso la consumazione di rapporti saffici“.
Il processo Escort si è concluso il 13 novembre 2015 con quattro condanne, tre assoluzioni e con l’invio degli atti alla procura di Bari perché valuti se contestare il reato di intralcio alla giustizia a Silvio Berlusconi e quello di falsa testimonianza a cinque delle ragazze che, tra il 2008 e il 2009, parteciparono alle “feste poco eleganti” nelle residenze dell’allora premier e che, forse in cambio di danaro, avrebbero mentito ai giudici baresi. Il Tribunale, per il reclutamento di prostitute, ha condannato a 7 anni e 10 mesi Gianpaolo Tarantini; ad un anno e 4 mesi Sabina Began, ‘l’ape regina’ dei party berlusconiani; a 3 anni e 6 mesi Massimiliano Verdoscia e a 2 anni e 6 mesi il pr milanese Peter Faraone, entrambi amici di Gianpi. Assoluzione da tutte le accuse per Francesca Lana, Letizia Filippi e Claudio Tarantini, fratello di Gianpaolo.
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