Matteo Renzi sull’arresto del sindaco di Lodi: “Complotto dei Pm? Ma de che…”

Il Premier Matteo Renzi si è espresso sul caso del Sindaco di Lodi arrestato. Per il Presidente del Consiglio non c’è nessuno complotto dei Pm e le indagini devono andare avanti.

Nessun complotto, i magistrati facciano il loro lavoro“. Matteo Renzi in una intervista a Rtl interviene sulla vicenda del sindaco Dem di Lodi arrestato per turbativa d’asta. Una vicenda che ha creato polemiche e riportato al centro la questione morale con i verdiniani che sono arrivati a parlare di un assedio dei pm. “Ma de che“, replica su questo punto il premier Renzi.

L’accusa per il sindaco è di “turbata libertà degli incanti” in relazione all’appalto delle piscine comunali all’aperto. “Piena fiducia nei magistrati, se saranno colpevoli è giusto che paghino, ma nessun tipo di strumentalizzazione di battaglia politica. Nessun complotto“, conclude il premier. Se i magistrati hanno ravvisato la necessità di arrestare il sindaco di Lodi hanno fatto bene, ha continuato il presidente del Consiglio. “Aspettiamo le sentenze, i magistrati devono sentire tutto il rispetto del popolo italiano, devono andare veloci. Se uno ha sbagliato non si guarda in faccia a nessuno“. Nessun assedio. Per Renzi che specifica la necessità delle indagini e l’importanza di andare avanti con le condanne nei tribunali e non sui giornali. Concetto che il Premier ribadisce anche sul suo account Twitter.

Renzi ha parlato anche delle imminenti elezioni comunali. “Chi legge i giornali pensa che i politici ogni giorno pensano a chi vince e a chi perde e agli effetti nei giochi politici. E’ possibile per chi vive nell’ acquario romano ma secondo me ai cittadini non interessano minimamente queste cose, interessa se le scuole funzionano, se le liste d’attesa della sanità si riducono, se si ricavano posti di lavoro dalla cultura“. Le amministrative non riguardano il governo, la riforma costituzionale sì. Le riforme sono un elemento chiave della vita del governo, le amministrative no”.

Photo Credits: Twitter

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