Rifugiati siriani salvati dai corridoi umanitari

101 rifugiati siriani sono stati salvati dalla Comunità di Sant’Egidio e dalle Federazioni di Chiese Evangeliche, evitando l’amaro destino dei barconi.

È il terzo gruppo che giunge in Italia dallo scorso febbraio in base ad un accordo tra Governo italiano, Comunità di Sant’Egidio e Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia. Dopo lo sbarco all’aeroporto di Fiumicino, i profughi siriani sono stati accompagnati dalla Polizia di Frontiera in un’area dello scalo, per effettuare l’identificazione e il riscontro tramite le impronte digitali.

In totale sono 101 i siriani arrivati in Italia, che si aggiungono ad altri cento partiti la settimana scorsa che hanno evitato il tragico destino dei barconi, trovando asilo prima di essere trasferiti in diverse strutture di accoglienza. È un destino terribile quello di chi è costretto ad abbandonare la propria patria per fuggire dalla guerra, un destino che purtroppo tocca a metà della popolazione siriana: 11 milioni su 24 milioni di abitanti hanno dovuto trovare rifugio all’estero.

Rifugiati siriani salvati da corridoi umanitari

Tra i rifugiati 44 bambini, di cui 14 con gravi malattie o disabilità e in dieci casi il nucleo familiare è costituito soltanto da una madre. L’addetto stampa di Sant’Egidio ha parlato della triste storia di Sami, un autista di 40 anni nato ad Homs, nella città martire della guerra siriana. Sami è un padre di famiglia che deve accudire la moglie e i suoi due figli, di cui uno ammalato di talassemia come la madre: Prima della guerra potevo contare sull’assistenza sanitaria gratuita, ma adesso tutto è diventato complicato e difficile. Spero soltanto che in Italia possa riuscire a curare i miei figli.

Nel nostro Paese si prevede l’arrivo di un migliaio di profughi nell’arco di due anni, da Siria, Libano, Marocco ed Etiopia e al momento è stato varato un progetto-pilota che consente a rifugiati dalla guerra vittime di persecuzioni e a famiglie con bambini e persone con problemi di disabilità di poter raggiungere l’Italia legalmente e in tutta sicurezza, senza rischiare la vita nel Mediterraneo.

 

Photo Credits: Twitter

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