Dal 3 maggio fino all’8 si svolge a Milano il Festival dei diritti umani. Cinque giorni per conoscere storie di soprusi e violenze di ogni parte del mondo.
Storie di mafia, di violenze, ma anche Isis, mutilazioni genitali e discriminazioni sul lavoro. Questi sono i temi del Festival dei diritti umani di Milano. La rassegna cinematografica parte oggi e finisce domenica 8 (LEGGI QUI IL PROGRAMMA). La prima edizione del festival è dedicata alle donne e alle discriminazioni che subiscono tutti i giorni. Dalle storie lontane dalla nostra realtà come le terribili mutilazioni genitali che ancora alcune ragazze subiscono, a quelle più vicine al nostro stile di vita, come le discriminazioni sul lavoro, l’ineguaglianza tra uomini e donne, problematiche ancora presenti nella società occidentale.
Più della metà della popolazione femminile mondiale subisce soprusi si ogni genere, un panorama desolante che accende i riflettori su una problematica ancora difficile da combattere. Da questa esigenza nasce il Festival dei Diritti Umani. “Il nostro obiettivo non è quello di ripetere quanto gli altri organi di informazione raccontano con toni pietistici, ma è quello di mostrare la quotidianità dei diritti umani calpestati, storie di persone e movimenti, spesso minoranze, che lottano e rimettono la vita per riconquistare (o conquistare da zero) i diritti“. Queste sono le parole di Danilo De Biasio, il direttore esecutivo del festival e storica voce di Radio Popolare.
Il programma del Festival è diviso in tre fasce: la prima che si svolgerà di mattina chiamata EDU e dedicata ai ragazzi delle scuole superiori. A loro Don Luigi Ciotti racconterà la storia di Lea Garofalo e Nadia Murad porterà la sua testimonianza di giovane donna yazida scappata dall’Isis dopo mesi di schiavitù. Spazio anche agli artisti con le cantanti rapper Musteeno e Cecil e le loro canzoni racconti di libertà.
Nel pomeriggio spazio dedicato ai documentari con DOC, dove si potranno vedere gratuitamente 22 filmati che raccontano le storie di migranti, omosessuali, donne, diversamente abili e lavoratori che diventano esempio di condizioni di svantaggio e ingiustizie, ma anche di riscatto. L’ultima parte Talk è dedicata ai giornalisti, attivisti e scrittori che hanno testimoniato storie di ingiustizie.
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