Consiglio dei Ministri nomina i vertici della sicurezza: Renzi, incarichi per due anni. Nel 2018 si voterà per nuovo governo che rinnoverà incarichi.
Il consiglio dei ministri ha ratificato l’accordo ai vertici della Sicurezza: Alessandro Pansa, ora capo del dipartimento di Pubblica sicurezza del Viminale, è stato messo a capo del Dis, l’organismo di coordinamento dei due servizi segreti (Aisi, interno, Aise, esterno). Sostituirà l’ambasciatore Giampiero Massolo. Al posto di Pansa a capo della Polizia è stato nominato il prefetto di Roma Franco Gabrielli. Il governo, ha detto Renzi, individuerà “nelle prossime settimane” il nuovo prefetto della capitale. Scadranno al termine della legislatura le nomine approvate questa sera in Consiglio dei Ministri. Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi lo sottolinea più volte, indicando questo elemento come il vero cambio di paradigma di questa tornata di incarichi al vertice degli apparati di sicurezza. “Tutti nuovi, non c’e’ nemmeno una proroga“, rimarca ancora il premier.
“Prima cambiavano i governi e si facevano delle nomine. Oggi la politica rivendica la possibilita’ di fare le nomine con trasparenza totale. Si tratta di nomine totalmente istituzionali. Non ci sono cordate e cordelline, c’e’ un meccanismo chiaro per cui ai servizi ci va il capo della polizia“. Questo il commento di Renzi. Alessandro Pansa lascia vuota la casella di capo della Polizia, che viene riempita dall’attuale Prefetto di Roma, Franco Gabrielli. Avvicendamento tutto interno all’Arma dei Carabinieri per l’Aisi con l’ex capo del Ros, Mario Parente, a sostituire il generale Arturo Esposito. Alla guida della Guardia di Finanza, al posto del generale Saverio Capolupo, va il numero due Giorgio Toschi, mentre l’ammiraglio Walter Girardelli è il nuovo capo di Stato Maggiore della Marina Militare.
Tornando alle nomine di ieri, poi, il premier ha sottolineato il cambio di rotta: “In un Paese normale si scelgono personalità di comprovata esperienza in settori di intelligence, di difesa. Abbiamo scelto un metodo e di fare le nomine per soli due anni. Chi viene dopo di noi deve avere la possibilità di fare nomine. Ci siamo dati come regola di non dare delle proroghe“, ha concluso Renzi.
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