Con il passare del tempo non si abbassa l’attenzione sul caso di Giulio Regeni. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni chiede maggiore collaborazione da parte dell’Egitto.
“Per noi il ritorno alla normalità delle relazioni (con l’Egitto) dipende da una collaborazione seria.” Lo ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni nel corso di un’intervista a Voci del Mattino su Radio Rai. “Purtroppo la nostra pressione, la nostra ricerca di verità non ha avuto risposte soddisfacenti“, ha detto Gentiloni. “Il che vuol dire una cosa semplicissima e cioè che se qualcuno immaginava che il trascorrere del tempo avrebbe un po’ diminuito l’attenzione dell’Italia e un po’ costretto tutti a rassegnarci a un ritorno alla normalità della relazioni, per noi il ritorno alla normalità delle relazioni dipende da una collaborazione seria“, ha aggiunto. Il ministro ha quindi ricordato che è accaduta una cosa molto importante nelle relazioni diplomatiche tra i due paesi, cioè che l’Italia ha richiamato a Roma l’ ambasciatore al Cairo e questo è un gesto molto forte nei rapporti tra Stati.
“E continuiamo ad esercitare, non solo attraverso quel gesto del richiamo dell’ambasciatore ma in tante forme – ha concluso Gentiloni -, anche una pressione diplomatica perché si arrivi alla verità. Sappiamo che non sarà facile“.Il titolare della Farnesina ha ricordato di aver affrontato la questione nella recente riunione dei ministri degli esteri dell’Ue a Lussemburgo, nella quale ha riscontrato la “consapevolezza generale delle modalità” con cui sono avvenuti i fatti “e in un contesto interno all’Egitto che è sotto gli occhi di tutti“. Gentiloni ha riconosciuto che nel quadro di raffreddamento dei rapporti tra Roma e il Cairo “ci sarà qualcuno che cercherà di inserirsi per cercare conquistare posizioni privilegiate con l’Egitto” ma, ha avvertito, “non possiamo essere mossi in modo prevalente da questo“.
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