Quattro medici sono stati arrestati e posti ai domiciliari e altri 6 e un’ostetrica sono stati sospesi dalla professione in un’inchiesta della Procura di Reggio Calabria, per la morte di 2 neonati.
Superficialità, errori, mancanze tecniche e a farne le spese due bambini appena nati, il futuro del nostro paese. Questo è quanto è accaduto a Reggio Calabria. Gli episodi di malasanità riguardano la morte di due neonati e le lesioni irreversibili riportate da un altro bimbo, dichiarato invalido al 100%. Inoltre l’inchiesta ha riguardato anche traumi e crisi epilettiche di una partoriente, il presunto procurato aborto di una donna e le lacerazioni di parti intime di altre.
L’intero apparato sanitario, secondo le indagini avrebbe condiviso un sistema di copertura per cercare di nascondere questi errori. Mala Sanitas, così gli agenti hanno chiamato l’inchiesta che ha anche portato alla luce una serie di cartelle cliniche false fatte apposta per cercare di coprire interventi mal riusciti. Un orrore che coinvolge la struttura più grande della Calabria.
“Una bruttissima storia” la definisce un investigatore della guardia di finanza che questa mattina ha eseguito le misure cautelari chieste e ottenute per undici medici e operatori sanitari dai pm Annamaria Frustaci e Roberto Di Palma e del procuratore aggiunto Gaetano Paci. Per ordine del gip Antonio Laganà, quattro medici sono finiti ai domiciliari, mentre alte sette persone risultano indagate a piede libero perché accusate a vario titolo di falso ideologico e materiale, interruzione di gravidanza senza consenso ed altri reati.
A far scattare le indagini sono state le denunce di alcune coppie, determinate a non rassegnarsi alla “tragica fatalità” con cui era stata bollata la perdita del bimbo che per lungo tempo avevano atteso. Circostanze approfondite poi dagli investigatori, che dopo aver acquisito la documentazione medica in reparto, si sono accorti di tante, troppe anomalie e stranezze nelle cartelle cliniche.
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