Valentina Tarallo, una ricercatrice di 29 anni è stata uccisa a Ginevra da un uomo che aveva tentato di rapinarla.
Valentina Tarallo è nata 29 anni fa a La Loggia una frazione in provincia di Torino. Dopo la laurea in biotecnologie aveva deciso di andare all’estero per fare il dottorato. Ginevra era stata la sua scelta, dove avrebbe potuto fare le sue ricerche e perfezionare sia l’inglese che il francese. Fare il topo da biblioteca questo era il sogno della ragazza, una professione a cui dedicava tempo e sacrifici, ma che era da sempre stata la sua passione.
Nella città Svizzera dove viveva e lavorava per le sue ricerche, Valentina è stata uccisa mentre ritornava a casa. Una morte assurda, un uomo ha colpito alla testa la ragazza con una spranga per tentare di strapparle la borsetta. I carabinieri hanno immediatamente avvertito i genitori che si trovavano in Puglia per assistere dei parenti malati, mentre gli inquirenti sono sulle tracce dell’assassino di Valentina: un uomo nordafricano alto 1.90.
La notizia ha sconvolto La Loggia, il piccolo paese della provincia torinese in cui Valentina era cresciuta. La famiglia della ragazza è molto attiva nella parrocchia e nel volontariato per questo già si stanno organizzando momenti di preghiera in ricordo della ragazza. “Lei era sempre stata una ragazza molto tranquilla, deliziosa – ricorda Agnese Pecchio, amica di famiglia – L’ho vista crescere, ha fatto il liceo a Carignano con mia figlia. E da poco avevo visto il padre che mi aveva raccontato come si fosse sistemata bene là: aveva un appartamento piccolo ma grazioso e aveva un lavoro che la impegnava tanto, era molto sotto pressione perché aveva obiettivi importanti da inseguire. Però era anche molto soddisfatta perché riusciva a raggiungerli ed erano molto contenti del suo lavoro. E insieme abbiamo commentato che la sua missione era proprio la ricerca, fare il topo da laboratorio.”
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