Incontro storico a Hiroshima per il segretario di stato americano John Carry. In Giappone per il G7 dei ministri degli esteri, visita il memoriale di Hiroshima.
Sono passati più di 70 anni da quando il 6 agosto 1945, l’esercito americano sganciò una bomba atomica su Hiroshima, che causò 140mila vittime, dopo due giorni il disastro venne ripetuto a Nagasaki dove morirono 74mila persone. Distruzione, morte e conseguenze devastanti sulla vita delle persone. Questo ha significato per il Giappone l’attacco americano che ha messo fine alla Seconda Guerra Mondiale. Oggi il segretario di stato americano, John Kerry si è recato al Parco della Pace di Hiroshima dove ha reso omaggio al memoriale delle vittime. Un segno forte sopratutto per l’opinione pubblica giapponese che da sempre si è schierata dalla parte del disarmo nucleare.
Ad oggi gli Stati Uniti d’America sono l’unico stato al mondo ad aver usato la bomba atomica, due volte. “Ognuno nel mondo dovrebbe vedere e sentire la forza di questo memoriale. È un crudele, duro e stringente monito non solo per i nostri doveri a porre fine alla minaccia delle armi nucleari, ma anche per rivendicare i nostri sforzi per scongiurare la guerra in sè: la guerra deve essere l’ultima risorsa, mai la prima scelta. Ha scritto Kerry nel registro degli ospiti del memoriale. Il segretario di Stato ha visitato il Parco della Pace e deposto fiori al cenotafio dedicato alla memoria della vittime.
Anche Philip Hammond e Jean-Marc Ayrault, rispettivamente a capo delle diplomazie di Regno Unito e Francia, le altre due potenze nucleari del G7 insieme agli Usa, si sono recati al Parco per la prima volta in oltre 70 anni. A completare la storica visita, i ministri degli Esteri nipponico, Fumio Kishida, deputato di Hiroshima, Frank-Walter Steinmeier per la Germania, Paolo Gentiloni ministro italiano, Stephane Dion canadese e l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Federica Mogherini. Tutti i leader dei Sette Grandi si sono poi recati al Duomo dell’Atomica, indossando le collane fatte con le gru di carta, diventate il simbolo anti-nucleare.
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