Papa Francesco e l’esortazione Amoris Laetitia: apertura verso divorziati e omosessuali

L’esortazione apostolica è un documento ufficiale scritto dal Papa in merito al lavoro del Sinodo dei Vescovi. Lo scorso 19 marzo, Bergoglio ne ha scritto uno chiamato Amoris Laetitia, sulla discussione della Chiesa riguardo la famiglia, scopriamo di cosa parla.

Gesuita è Papa Francesco e in perfetto stile gesuita è scritta l’esortazione Amoris Laetitia. Bergoglio parte da una parola che caratterizza a pieno il suo ordine: il discernimento. Ovvero la capacità di valutare caso per caso, così il Papa vede i problemi della famiglia cristiana. Il matrimonio e l’idea di famiglia sono entrambi cambiati e la Chiesa deve riflettere su questi cambiamenti, non può rimanere ancorata alle sue posizioni.

In questa maniera si aggiunge un altro tassello verso l’idea di rinnovamento di Papa Francesco, deciso a rivoluzionare la dottrina ecclesiastica. Questo si nota anche nell ‘Amoris Laetitia, dove da una parte si legge la volontà della Chiesa di proporre l’ideale del matrimonio e dall’altra si apre la strada verso i sacramenti anche per chi vive situazioni “irregolari” come i divorziati.  “Le conseguenze o gli effetti di una norma non necessariamente devono essere sempre gli stessi… nemmeno per quanto riguarda la disciplina sacramentale

Il testo contiene 290 pagine ed è diviso in 9 capitoli, all’interno citazioni di Borghes e Martin Luther King, insieme alle criticità che hanno messo in crisi l’idea di famiglia cattolica. La discussione su divorzi, unioni civili e omosessuali era iniziata con il Sinodo del 2014, dove erano nate diverse discussioni tra i vescovi. Nel documento il Papa tira le somme dell’incontro, parlando apertamente anche della condizione degli omosessuali: “ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto“. Ma nell’affrontare l’argomento c’è ancora molta prudenza da parte del Pontefice.

Per quanto riguarda le unioni civili non c’è un riconoscimento vero e proprio, ma un’apertura, in quanto anche in queste forme di famiglia speciale: “potranno essere valorizzati quei segni d’amore che riflettono l’amore di Dio“. Il punto cardine del documento, ricordando anche che ci troviamo nell’anno giubilare della misericordia, per il Papa è quello di non condannare nessuno. Bergoglio lo ribadisce con un duro mea culpa:”Dobbiamo essere umili e realisti, per riconoscere che a volte il nostro modo di presentare le convinzioni cristiane e il modo di trattare le persone hanno aiutato a provocare ciò di cui oggi ci lamentiamo, per cui ci spetta una salutare reazione di autocritica

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