Imbarazzo per il Ministro britannico David Cameron per il megascandalo riguardante i miliardi nascosti nei paradisi fiscali
La posizione del Primo Ministro britannico David Cameron inizia ad aggravarsi con lo scandalo “Panama Papers” ed aumentano i dettagli sulla questione del padre, Ian Cameron, morto nel 2010, che avrebbe dirottato fin dal 1982 ingenti somme di denaro in Centro America, nascondendo per decenni al fisco britannico le sue fortune di broker. Si fa sentire l’imbarazzo in casa Cameron dopo la balbettante risposta Questioni private data dal portavoce del premier alla domanda se parte del tesoro dei Cameron sia ancora a Panama. Lo scandalo è di proporzioni planetarie e l’elenco continua ad aumentare di ora in ora, spaziando dalla politica allo sport. Secondo i quotidiani Irish Times e Indian Express anche l’Inter e una società di Finmeccanica sono coinvolti nello scandalo “Panama Papers” e questi nomi sarebbero apparsi tra gli 11,5 milioni di documenti analizzati dallo studio legale Mossack Fonseca di Panama.
La lista di nomi continua ad aggiornarsi di ora in ora e include stretti collaboratori di Marine Le Pen, Deng Jiagui, il defunto Muammar Gheddafi, l’ex presidente egiziano Hosni Mubarak, il cognato del presidente Xi Jinping, l’architetto francese Patrick Henri Devillers, che aveva aiutato la moglie del leader Bo Xilai a portare i propri averi fuori dal paese, ed anche i parenti del quinto e del settimo uomo più potente della Cina: Liu Yunshan e Zhang Gaoli.
Nell’enorme lista dei sospetti sono presenti anche individui inseriti nella lista nera degli USA, per connessioni con i signori della droga messicani, con organizzazioni terroristiche come gli Hezbollah sciiti libanesi e con Stati come Corea del Nord e Iran. Anche Putin è sotto accusa e continua l’ira del capo del Cremlino che parte con le accuse: gli autori di queste inchieste inventano ciò che scrivono, siamo dispiaciuti dalla qualità delle indagini sui presunti legami del circolo del presidente e tutte queste montature si spiegano con l’alto livello di “putinofobia” raggiunto fuori dalla Russia.
Mentre nel resto del mondo, lo scandalo è l’argomento più discusso sui media, sul twitter cinese Weibo, la ricerca di Panama non produce alcun risultato, in accordo con le leggi nazionali e su Baidu, il google cinese, i link non aprono le pagine promesse nell’anteprima, come se i contenuti fossero stati rimossi. Sembra dunque che la Cina stia censurando le informazioni e il quotidiano Global Times suggerisce in un editoriale che i media occidentali sostenuti da Washington abbiano usato la fuga di notizie per attaccare obiettivi politici nei Paesi non occidentali.
Photo Credits: Twitter
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