Dopo le dimissioni della ministra dello sviluppo, Federica Guidi, il Premier Matteo Renzi difende il governo, mentre il Movimento Cinque Stelle, la Lega Nord e Forza Italia sono pronti alla sfiducia.
Matteo Renzi mantiene la sua linea riguardo le dimissioni di Federica Guidi, definisce inopportuna la telefonata in cui la ministra tranquillizza il compagno sulla riuscita dell’emendamento per il progetto Tempra Rossa. Il presidente del consiglio difende a spada tratta la firma del ministro Maria Elena Boschi che ha approvato l’emendamento. Per il capo del governo quello della Boschi è stato un “atto dovuto“.
CHI È FEDERICA GUIDI
Federica Guidi nasce a Modena nel 1969, figlia di Guidalberto Guidi, proprietario della Ducati Energia e per dieci anni capo di Confindustria. Per molti anni la Guidi gestisce gli affari di famiglia fino al 2014 quando giura come ministra dello Sviluppo economico nel Governo Renzi. La sua carriera politica inizia subito in salita, con attacchi per conflitto d’interesse per la poi archiviata vicenda dell’Antitrust. Due giorni fa Federica Guidi in seguito a un’intercettazione eseguita dalla procura di Potenza, si è dimessa. Nella telefonata stava parlando con il suo compagno Gianluca Gemelli, indagato nell’indagine: “dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato, se è d’accordo anche Mariaelena, quell’emendamento“. L’emendamento riguarda il progetto Tempra Rossa.
IL RUOLO DEL MINISTRO MARIA ELENA BOSCHI
Nel mirino anche il ministro Maria Elena Boschi, accusata di aver approvato l’emendamento dello scandalo. La Boschi si difende affermando che metterebbe di nuovo la sua firma sul provvedimento. Dello stesso parere anche Matteo Renzi che difende la ministra dalla accusa di coinvolgimento dello scandalo. I cinque stelle non la pensano allo stesso modo e chiedono le dimissioni di tutto il governo, in questi giorni presenteranno una mozione di sfiducia insieme alla Lega.
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