Un gruppo di scienziati del Craig Venter Institute è riuscito a riprodurre un batterio con un DNA minino che apre le porte alla prima forma di vita artificiale
Gli scienziati del team del biologo statunitense Craig Venter, noto per aver sfidato il Progetto Genoma Umano sono riusciti a riprodurre un batterio in laboratorio con un DNA minimo, composto da 473 geni, ognuno dei quali contiene funzioni indispensabili per la vita. Per i ricercatori, guidati da Clyde Hutchinson: ogni genoma contiene le istruzioni per le funzioni universali comuni a tutte le forme di vita. La cellula prodotta in laboratorio si chiama Syn 3.0, ed è stata creata concentrandosi sul Mycoplasma, il batterio che possiede i più piccoli genomi noti fra tutte le cellule in grado di replicarsi in modo autonomo.
In particolare, i ricercatori hanno diviso il suo DNA in otto sezioni, ognuna delle quali è stata etichettata in modo da renderla facilmente riconoscibile rispetto alle altre. Hanno quindi cominciato a comporre queste tessere di DNA in centinaia di mosaici genetici diversi, eliminando ogni volta quelle che non avevano un legame con funzioni essenziali alla vita, fino a restringere il campo a 473 geni poi organizzati in un unico genoma. La scoperta arriva dopo un lungo percorso di ricerca durato 20 anni ed apre le porte alla vita artificiale. Il primo traguardo ufficiale è stato tagliato nel 2010 quando sono riusciti a sintetizzare Syn 1.0.
Prima hanno sintetizzato in laboratorio il genoma del Mycoplasma mycoides e poi lo hanno trapiantato all’interno del Mycoplasma Capricolum, privato del proprio materiale genetico. Il passo successivo è stato quello di capire come riuscire a sintetizzare una cellula minima, contenente solo i geni necessari alla vita. È così che da Syn 1.0, che aveva 901 geni, si è poi passati a Syn 2.0, un organismo sintetico intermedio con un bagaglio di 535 geni, fino ad arrivare poi a Syn 3. I geni essenziali che formano Syn 3.0 potranno essere collegati con altre funzioni specifiche come la bonifica dei terreni o delle acque e con la possibilità di produrre sostanze utili all’uomo e all’ambiente. Potrebbero inoltre essere utili per la terapia genica finalizzata alla cura di malattie gravi.
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