Continuano a venire a galla sconcertati verità sugli attentati di Bruxelles: i jihadisti dell’Isis stavano preparando un attacco multiplo a Bruxelles in stile Parigi. Cresce il numero delle vittime salito a 34 e aumenta anche il numero dei dispersi italiani.
IL MISTERO DELL’INDIRIZZO DI SALAH
Secondo quanto riportano le maggiori testate della stampa internazionale, la polizia già da tre mesi conosceva l’indirizzo del covo di Salah. Dal 7 dicembre un poliziotto del quartiere nord della capitale Belga, Mechelen aveva inserito l’indirizzo in un rapporto che doveva essere consegnato alla cellula antiterrorismo della polizia giudiziaria, mai arrivato nelle mani degli agenti. Se da una parte vengono a galla le falle del sistema di sicurezza belga, dall’altra parte si scopre dall’arresto di un uomo, Reda Kriket nella banlieue nord di Parigi, la preparazione di un attentato nella capitale francese. Nella sua abitazione sono stati ritrovati esplosivi e legami con gli attentati di Bruxelles.
SALAH DOVEVA PARTECIPARE AGLI ATTENTATI DI BRUXELLES
Secondo le indagini svolte dagli inquirenti e tutt’ora in corso sullo svolgimento degli attentati di Bruxelles, Salah avrebbe dovuto partecipare agli attentati, sparando con un mitra tra la folla, mentre i due kamikaze si facevano esplodere. Questa è l’ipotesi degli investigatori che hanno raccolto le prove per credere nell’ipotesi il piano d’attacco di Bruxelles è stato pensato simile a quello del 13 novembre a Parigi. Salah aveva il compito di sparare sulla folla per strada, mentre gli altri complici si facevano saltare in aria all’aeroporto di Zavantem e nella metro di Maelbeek. La data fissata per il giorno della strage era il 28 marzo, il giorno di Pasquetta. Ma per fortuna uno dei complici è stato ucciso dalla polizia il 15 marzo durante un blitz a Forest e Salah è stato arrestato a Molenbeek. Per questo motivo il resto del comando ha deciso di agire in anticipo.
RICERCATO UN SIRIANO COMPLICE DEGLI ATTENTATI
La polizia è sulle tracce di un nuovo complice delle stragi di Parigi e Bruxelles, si tratta di Naim Al Hamed, siriano di Hama, di 28 anni. L’uomo viene descritto come molto pericoloso e armato. Il suo nome compare sulla lista dei cinque sospettati introvabili, ricercati in tutta Europa. Intanto salgono a 34 le vittime della carneficina del 22 marzo, tre italiano sono feriti in maniera grave e una delle persone rimaste uccise è Patricia Rizzo, un’italiana impiegata presso un agenzia di Commissione Ue (LEGGI QUI LA NOTIZIA)
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