Secondo alcuni scienziati un fenomeno geologico potrebbe essere la causa delle misteriose sparizioni nel triangolo delle Bermuda, ma sono solo ipotesi.
Per anni il Triangolo delle Bermuda ha fatto parlare di sé per le misteriose sparizioni di navi e aerei, attribuiti da alcuni addirittura a fenomeni paranormali.
La zona, è una regione occidentale del Nord Atlantico delimitata dalle isole Bermuda, Puerto Rico e un punto vicino a Melbourne, in Florida, dove si stima che circa 8.127 persone siano state disperse nel corso dei secoli. Di recente però alcuni ricercatori dell’Università di Tromsø (Norvegia) hanno avanzato una spiegazione scientifica: al largo delle coste norvegesi, nel Mare di Barents centro-occidentale, sono stati individuati diversi crateri giganti, con un diametro che arriva fino ad un chilometro, che sono probabilmente la causa di violenti scoppi di gas, i quali sarebbero in grado di affondare anche navi di grosse dimensioni.
La zona è anche soggetta a uragani e trombe marine, con venti che possono raggiungere più di 190 km/h. Tali fenomeni di natura geologica produrrebbero inoltre anomalie magnetiche che potrebbero incidere sulla strumentazione di navi e aerei. Secondo i ricercatori: L’area dei crateri rappresenta probabilmente uno dei più grandi punti caldi per il rilascio di metano marino nell’Artico e le esplosioni che successivamente formano le cavità potrebbero comportare grossi rischi per le navi che viaggiano nel mare di Barents. Tuttavia, si tratta solo di ipotesi, anche per gli stessi ricercatori, che hanno successivamente affermato in un comunicato stampa: I crateri del Mare di Barents non sono collegati al Triangolo delle Bermuda. Una sorta di smentita che avrebbe smorzato l’iniziale fermento suscitato dalla notizia. Secondo il National Oceanic and Atmospheric Administration non vi è alcuna prova che sparizioni misteriose si siano verificate maggiormente nel Triangolo delle Bermuda che in qualsiasi altra parte dell’Oceano.
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