L’Isis ha diffuso delle immagini di cadaveri e armi, e ha annunciato di aver ucciso cinque soldati russi durante un combattimento nell’antica città siriana di Palmira.
L’Isis dice di aver ucciso 5 soldati russi a Palmira e dalle immagini che sono state diffuse si vede un corpo senza vita, delle armi, un equipaggiamento con scritte in cirillico, e altre foto estratte dai telefonini trovati sulle presunte vittime. Al momento però non c’è nessuna conferma che l’annuncio sia fondato ed inoltre non è ancora chiaro se si tratti di soldati oppure di mercenari, contractors che da tempo si muovono in Siria al fianco dell’esercito locale. Da diversi giorni, le truppe di Assad, accompagnate dai raid aerei russi, si sono schierati contro le posizioni dello Stato Islamico nella storica città. Pare che i lealisti abbiano guadagnato qualche posizione anche se il loro avanzamento è stato ostacolato dalla resistenza dei militanti.
In un messaggio che hanno diffuso in Rete i jihadisti hanno affermato di aver ucciso un numero consistente di Hezbollah libanesi, appartenenti al movimento che ha messo a disposizione di Assad un contingente ben preparato. Come spesso avviene in queste circostanze è difficile distinguere tra la realtà e la propaganda, anche se sulla certezza degli scontri non sembrano esserci perplessità. Pochi giorni fa il Cremlino ha ordinato un ritiro parziale dei reparti inviati a settembre per colpire il regime. Secondo diverse voci anche se sono rientrati in Russia ben 12-16 aerei molti altri velivoli sono rimasti nella base vicino a Latakia, pronti per i bombardamenti.
Intanto sono uscite anche delle foto di un Mi 28 e di un Ka 52, i due elicotteri d’attacco moderni e Putin ha avvertito che il dispositivo militare, in caso di bisogno, potrà di nuovo essere ampliato. Inoltre pare che l‘Iran, l’alleato di ferro di Assad, abbia deciso di aumentare la presenza delle truppe presenti in Siria. Un rafforzamento questo per sopperire l’eventuale gap lasciato dai russi e ribadire come Teheran, a differenza di Mosca, non sia disposta a cedere neanche un centimetro nella difesa del leader alawita.
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