Referendum del 17 aprile sulle trivelle. Tutto quello che c’è da sapere sul sì e sul no

Tra poco più di un mese gli italiani sono chiamati alle urne per un Referendum sul futuro di alcune piattaforme del Mediterraneo. Proviamo a spiegare cosa chiede esattamente il Referendum.

Quando saranno scadute le concessioni per le piattaforme petrolifere posizionate a 22 chilometri dalla costa, volete che siano vietato rinnovare le autorizzazioni? Questa è la domanda tradotta in parole spicciole del Referendum sulle trivelle del 17 Aprile. Le piattaforme in questione sono precisamente 21 delle 106 presenti nel mare italiano, molte strutture sono risalenti agli anni settanta. Dieci consigli regionali hanno chiesto la consultazione del Referendum per sapere cosa pensano gli italiani della questione.

Se si risponde sì si vuole impedire lo sfruttamento dei giacimenti dopo la scadenza della concessioni e bloccare gli investimenti sugli impianti situati entro i 22 chilometri dalla costa. Se vincerà il sì le società di estrazione dovranno abbandonare e eliminare gli stabilimenti. Se invece si risponde no, quando le concessioni scadranno le aziende potranno continuare a investire sui giacimenti. Vincerà il no anche se non si raggiunge il quorum del Referendum ossia, il 50% degli iscritti al voto su base nazionale più 1 elettore.

Trivelle
Le ragioni del sì sono per lo più di origine ambientale, le trivellazioni secondo i No-Triv devono essere fermate per evitare la possibilità di disastri che andrebbero ad intaccare il nostro mare e anche i prodotti ittici di tutto il Mediterraneo. D’altra parte il fronte del no denuncia la perdita di molti posti di lavoro se i giacimenti dovessero chiudere e sottolinea che i danni all’ambiente delle trivelle sono esigui e fino ad oggi i giacimenti sono stati sicuri, non c’è stato nessun incidente grave.

Ma il problema è diventato politico piuttosto che ambientale, il fronte del sì è pronto a sostenere l’uso esclusivo di fonti rinnovabili e vuole cancellare i vecchi metodi e invece il fronte del no difende le piattaforme dichiarando che l’era del petrolio ancora non è finita e che questo è  la maggiore fonte di energia del nostro pianeta.

Foto Creditis: Twitter

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