Dal 12 marzo al 26 giugno alle Scuderie del Quirinale a Roma un’importante esposizione di due grandi artisti del Rinascimento: Parmigianino e Correggio
Parmigianino e Correggio, il ‘500 a Parma. Capolavori dal mondo, questo il titolo della straordinaria esposizione allestita dal 12 marzo al 26 giugno 2016 a Roma, alle Scuderie del Quirinale. Due grandi protagonisti dell’arte del Rinascimento, due modi differenti di esprimersi a confronto, attraverso una selezione di capolavori provenienti dai più importanti musei del mondo selezionati da David Ekserdjian curatore della mostra, che testimoniano come Parma, nella metà del XVI secolo, con i suoi splendidi cicli di affreschi, le meravigliose pale e memorabili ritratti, fu un centro artistico in grado di competere a pieno titolo con le maggiori capitali dell’arte italiana quali Roma, Firenze e Venezia. Esposte oltre 100 opere tra dipinti e meravigliosi disegni, prestiti eccezionali dei musei di tutto il mondo dal valore inestimabile. Basti pensare che il valore assicurativo di queste opere tocca il mezzo miliardo – queste le parole del DG dell’Azienda Speciale Palaexpò Mario De Simoni, che ha inoltre affermato: Dopo le rassegne incentrate sugli artisti che fecero grandi Roma, Firenze e Venezia, le Scuderie iniziano un nuovo ciclo espositivo dedicato invece alle molte altre capitali della cultura fiorite in Italia.
Antonio Allegri detto Il Correggio (1489-1534), si formò come pittore prima a Modena e poi a Mantova, dove conobbe l’anziano Mantegna per il quale, affrescò la cappella funeraria nella Basilica di Sant’Andrea con un finto pergolato, che mostra l’interesse per lo sfondamento dello spazio, di cui divenne maestro. Arrivò a Parma alla fine degli anni dieci del ‘500, quando era già all’apice della carriera e vi rimase per il resto della sua vita. Le Scuderie presentano una ventina di suoi dipinti, capolavori come la Madonna Barrymore (dalla National Gallery of Art di Washington), il Ritratto di dama (dall’Ermitage di San Pietroburgo), Il martirio di quattro santi (dalla Galleria Nazionale di Parma), Noli me tangere (dal Prado), La Scuola di Amore (dalla National Gallery di Londra), la Danae (dalla Galleria Borghese), che sottolineano la ricchezza e qualità espressiva del pittore di immagini religiose, ma anche di soggetto mitologico, che molto influenzarono artisti successivi dai Carracci, fino a Picasso.
Girolamo Francesco Maria Mazzola, detto Il Parmigianino (1503-1540), nonostante una vita molto travagliata, ancora giovanissimo lasciò la sua città natale per lavorare a Roma e a Bologna. Influenzato dalla pittura toscana e dal Manierismo romano, assorbì il linguaggio di Correggio, esaltandolo. Le forme allungate e sinuose, raggiungono in Parmigianino un livello tale, da determinare una scollatura con il Rinascimento. Anche del Parmigianino sono una ventina le opere in mostra, tra cui la grande Pala di Bardi, realizzata all’età di 16 anni, il monumentale San Rocco, dipinto per la Basilica di San Petronio a Bologna, la Conversione di Saulo (dal Kunsthistorisches Museum di Vienna), la Madonna di San Zaccaria (dagli Uffizi), la Schiava turca, misterioso ritratto di nobildonna con turbante (forse Giulia Gonzaga o forse una visione ideale della bellezza femminile) e Antea, tra i ritratti più sofisticati e misteriosi di tutto il Cinquecento.
Oltre a Correggio e Parmigianino, che naturalmente saranno i protagonisti dell’evento espositivo, la mostra include anche dipinti e disegni di altri quattro artisti meno celebri ma non meno talentuosi della cosiddetta Scuola di Parma – Michelangelo Anselmi, Francesco Maria Rondani, Girolamo Mazzola Bedoli e Giorgio Gandini del Grano – a dimostrazione del fatto che uno degli effetti più notevoli della presenza a Parma di Correggio e Parmigianino fu proprio l’emergere di una cerchia di allievi e discepoli.
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