La Dama Nera questo è il nome dato dagli inquirenti a Antonella Accroglianò, la dirigente a capo della cellula criminale che agiva dentro la direzione generale dell’Anas.
Fredda, machiavellica e cinica. Queste erano le caratteristiche di Antonella Accroglianò, dirigente responsabile del Coordinamento tecnico amministrativo di Anas Spa, doti che utilizzava non per gestire l’azienda, ma per organizzare un banda criminale che a forza di mazzette e tangenti estorceva denaro a imprenditori. Ciliegie, libri, topolini e medicine, questi i nomi in codice per indicare l’importo dei soldi da dare.
LA STORIA DELLA DAMA NERA
Antonella Accroglianò nasce a Cefalù ed è la nipote di Peppino Accroglianò, Cavaliere di Gran Croce e consigliere della Regione Calabria per tre legislature, ad oggi è il presidente del Centro culturale calabrese. La sua è una carriera tutta in salita verso i vertici dell’Anas e una volta entrata nella dirigenza dell’azienda inizia a istruire i suoi sottoposti su come gestire il traffico illegale di tangenti. Nella abitazione della madre della Accroglianò gli agenti della Guardia di Finanza hanno trovato 70mila euro in contanti che la Dama Nera aveva cercato di nascondere.
Una telecamera nascosta nel suo ufficio ha scoperto il giro di mazzette legato all’Anas e in uno di questi video si sentono le lamentele della Dama Nera riguardo il mancato pagamento di alcuni imprenditori. Gli altri membri della banda sono Oreste De Grossi, dirigente responsabile del Servizio incarichi tecnici della Condirezione generale tecnica e Sergio Serafino Lagrotteria, dirigente Area progettazione e nuove costruzioni. Tutte le persone coinvolte nel caso sono state arrestate.
50 sono state le perquisizioni fatte dagli agenti della Guardia di Finanza tra Lazio, Sicilia, Calabria, Puglia, Piemonte, Veneto, Molise e Campania. Il Gip Giulia Proto ha definito la situazione come “Un marciume diffuso all’interno di uno degli enti pubblici più in vista nel settore economico degli appalti.”
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