Il 10 marzo 1946 in Italia le donne votano per la prima volta, grazie a un decreto entrato in vigore il 2 febbraio del 1945 proposto da Palmiro Togliatti e Alcide De Gaspari. Ancora oggi nel mondo ci sono dei paesi dove alle donne è vietato votare.
LA BATTAGLIA PER IL SUFFRAGIO UNIVERSALE
Venivano chiamate suffragette le antenate delle femministe moderne. Molti pensano che il movimento di conquista per il diritto al voto delle donne sia nato in Inghilterra, ma in realtà nasce in Francia, durante la Rivoluzione Francese. Nel 1789 i deputati degli Stati Generali presentano all’Assemblea Rivoluzionaria la prima richiesta formale di riconoscimento dei diritti alle donne, il primo passo verso l’emancipazione femminile.
Qualche anno più tardi le donne iniziano anche nel Regno Unito la loro lotta per il cambiamento e fu un uomo, John Stuart Mill a proporre l’idea del suffragio femminile in un programma presentato agli elettori nel 1865. Su questa scia prendono il via anche in Italia nei primi del Novecento i movimenti femministi che si sviluppano sopratutto dopo la prima guerra mondiale, quando le donne furono costrette a sostituire nel lavoro gli uomini. In questa maniera cresce in loro la sicurezza di potercela fare da sole e nello stesso tempo la volontà e la determinazione di rivendicare i proprio diritti. Nel 1922 il deputato socialista Emanuele Modigliani presenta la prima proposta di legge per il diritto al voto alle donne italiane, ma la venuta del Fascismo ferma il progetto.
IL PRIMO VOTO PER LE DONNE IN ITALIA
Si deve aspettare la fine della Seconda Guerra Mondiale e finalmente il 10 marzo 1946 le urne sono aperte anche alle donne italiane. Un passo storico che apre la strada per le altre conquiste di parità dei diritti tra uomini e donne, come la legge sul divorzio e la possibilità di accedere a cariche istituzionali pensate solo per gli uomini come per esempio la magistratura. Conquiste fondamentali per lo sviluppo della società moderna, ma che non vanno mai date per scontate considerando che nel mondo ci sono ancora dei paesi dove alle donne non è possibile votare, come il Libano e il Brunei (uno stato nell’isola del Borneo nel sud-est asiatico).
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