Ancora una volta l’Italia è a rischio attacco Isis, e secondo la Farnesina, stando ad alcune immagini, sono stati uccisi due dei quattro uomini italiani rapiti lo scorso luglio, usati come scudo.
Continuano le minacce da parte dell’Isis per l’Italia (https://velvetnews.it/2016/03/02/allarme-terrorismo-in-italia/), a renderlo noto è la Farnesina che in merito alla diffusione di immagini raffiguranti vittime della sparatoria avvenuta mercoledì 2 Marzo 2016, le milizie anti-Isis hanno ucciso sette presunti soldati dello Stato islamico, nella regione di Sabrata (Libia). Dalle immagini si vedono uomini dai tratti occidentali, e a quanto pare potrebbe trattarsi di uomini usati come scudo, in particolare Fausto Piano e Salvatore Failla, due dei quattro italiani, (gli altri sono Gino Pollicardo e Filippo Calcagno) dipendenti della società Bonatti che si occupa di costruzioni, rapiti lo scorso luglio 2015. Il Copasir, non appena ha appreso la notizia, ha subito con urgenza convocato una riunione alla presidenza del Consiglio con delega ai servizi, senatore Marco Minniti. La riunione si svolgerà oggi giovedì 3 marzo 2016 alle 14,30.
Secondo un testimone libico, rientrato a Tunisi da Sabrata che ha assistito alla scena, pare che i due ostaggi italiani siano stati usati come scudi umani dagli stessi jihadisti dell’Isis, e sarebbero morti durante gli scontri con le milizie a sud, nelle vicinanze di Surman. Non è ancora chiaro quale sia stato il motivo che ha scatenato la sparatoria, ma stando ai fatti, nel raid anti-Isis di mercoledì sarebbero morti almeno otto presunti jihadisti, di cui la maggior parte di nazionalità tunisina. Durante gli scontri, inoltre, anche una donna ha perso la vita e un bambino è rimasto ferito.
Non si sa ancora con certezza se i due italiani siano morti nei combattimenti o, come riferiscono alcuni giornali e televisioni locali, siano stati vittima di un’ esecuzione voluta da parte degli jihadisti che li tenevano in ostaggio e usati per proteggersi, come scudi umani. Sabratha, si trova precisamente a ovest di Tripoli, ed è stata da poco liberata dalle milizie dell’Isis, nonostante resti ancora qualche parte di resistenza, come i membri di una formazione armata collegata al gruppo Fajr Libya, Alba libica.