Da una recente relazione dell’intelligence presentata al Parlamento, l’Italia sembra essere in forte pericolo di rischio di terrorismo sullo stile di Parigi.
Secondo la relazione dell’intelligence, inviata al Parlamento, ci sarebbe un forte rischio di terrorismo, sulle stile di Parigi, anche in Europa. Inoltre a causa dei rapporti con Israele e Stati Uniti, con la presenza dell’anno giubilare, l’Italia sembra essere proprio uno dei bersagli prediletti della minaccia jihadista. I dati della relazione segnalano un inquietante salto di qualità strategico della sfida posta dal terrorismo internazionale, ad un arretramento sul piano militare del Califfato è corrisposta una proiezione extraterritoriale di tipo terroristico.
Questi ultimi hanno evidenziato forme di coordinamento orizzontale flessibile seppure stabile e continuativo grazie anche alle comunicazioni su social network e chat criptate tra una direzione centrale, presente in territorio siriano o iracheno, e cellule delocalizzate, chiamate a gestire in autonomia i dettagli della pianificazione operativa, studiando metodi, obiettivi, tempi e luoghi secondo capacita’ ed opportunità. Le minacce più forti, vengono soprattutto dai jihadisti che scelgono di lavorare da soli, portando avanti una battaglia di odio, servendosi del web facendo una vera e propria propaganda radicale di terrorismo, grazie anche a microcellule presenti in tutto l’Occidente.
Un ulteriore dato di pericolo, arriva anche dalla paura del rischio di emulazione degli attentati francesi. La relazione sottolinea il fatto che gli attentati si potrebbero realizzare grazie ad un numero diversificato di attori improbabili,Inoltre non è ancora superato il pericolo Al Qaeda, anzi, pare proprio che la competizione con Daesh, l’Isis quindi, potrebbe rafforzare la determinazione qaidista a dover intervenire sulla con atti terroristici eclatanti.
Per quanto riguarda invece la paura d’infiltrazioni terroristiche nei flussi migratori dal Nordafrica, pare non ci sia alcun rischio, mentre invece il rischio si presenta più preoccupante lungo quella che è la rotta balcanica. Questo è quello che riporta la relazione, che inoltre evidenzia come la regione balcanica sia la zona di transito privilegiato del momento.
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