Siria, Isis rivendica le stragi di Homs e Damasco, almeno 100 i morti

Sono almeno 100 le vittime dei due attentati causati da autobombe e kamikaze a Homs e a Damasco. Secondo il Network di propaganda dei jihadisti, Amaq l’Isis è il mandante delle stragi.

Gli attentati sono stati i più sanguinosi in Siria dall’ottobre del 2014. A Homs sono esplose due autobombe che hanno causato la morte di 59 persone, tra cui molti civili. Macerie, fuoco e fumo sul luogo dell’attacco, una zona della periferia della città che è già stata colpita in passato. Quattro bombe sono esplose a Damasco, una delle quali innescata su un auto, nella località di Sayeda Zeinab roccaforte sciita del paese. A fare il bilancio delle vittime e dei feriti, la tv siriana e l’Osservatorio siriano per i diritti umani.

Sayeda Zeinab è un luogo sacro per gli sciiti dove è stato eretto un mausoleo dedicato a una delle nipoti di Maometto, figlia di Ali e Fatima. Meta di molti pellegrinaggi, a gennaio la cittadina era già stata colpita da un altro attentato in cui persero la vita, 86 persone. L’Isis con questo atto terroristico ha colpito uno dei simboli più importanti del mondo sciita, non solo siriano, ma anche quello di molti altri paesi medio orientali.

Le stragi in questa maniera si collocano nella strategia che punta a rafforzare l’impegno del sedicente Stato Islamico a proclamarsi difensore dei sunniti in tutto il mondo musulmano. Questo significa che in Siria non è in corso solamente una guerra con motivazioni politiche, ma si tratta di uno scontro religioso che prescinde dalla sorte del governo Assad e i suoi futuri sviluppi interesseranno tutta l’area del Medio Oriente e con lei gli interessi politici e economici dell’Occidente.

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