Impasse in Senato sulle Unioni Civili, non si trova il giusto accordo e Renzi ferma tutto. Il Partito Democratico non ha i numeri per approvare la legge, così il Senato si prende una pausa di riflessione almeno fino a domenica 21 febbraio.
Il Partito Democratico è di nuovo spaccato in due. Questa volta a dividere i rappresentati del partito in Senato e in Parlamento è la legge sulle Unioni Civili. La nuova generazione Pd chiamata Giovani Turchi e la minoranza Dem si sono barricati per difendere il ddl Cirinnà, mentre i Cattodem vogliono un ritorno del provvedimento in Commissione. Uno scontro che ha costretto Matteo Renzi a fermare i giochi. Temporeggia, il Presidente del Consiglio mentre la senatrice del Partito Democratico, Monica Cirinnà annuncia: “se il ddl esce una schifezza, lascio la politica.
Parole dure che sottolineano la volontà della senatrice di continuare sulla sua linea: il ddl sulle Unioni Civili non si cambia. Punto di forti discussioni è l’articolo 5 del decreto, la stepchild adoption, non automatica in Italia, ma consentita solamente davanti al Tribunale per i minorenni che deve effettuare un’indagine sull’idoneità affettiva dell’ambiente familiare dell’adottante. Se come prevede il decreto Cirinnà la stepchild adoption verrà resa automatica, anche le coppie omosessuali potranno adottare dei figli.
Per questo punto è stato più volte richiesto lo stralcio, ovvero l’eliminazione da parte di Renato Schifani e Angelino Alfano. Ieri il capogruppo Democratico in Senato, Luigi Zanda dopo una riunione con il suo ufficio di presidenza ha preso la decisione di non fare lo stralcio dell’articolo sulla stepchild adoption. Come si risolve questo impasse? Mettendo al voto gli emendamenti all’articolo 5 all’Aula del Senato. Ed è quello che probabilmente dirà Renzi domenica deciso a fare una legge sui diritti delle coppie gay con un’Aula spaccata sul nodo delle adozioni.
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