Sarà capitato sicuramente anche a voi di assumere un farmaco antibiotico che non funziona: la colpa, secondo i medici, sarebbe da attribuire alcuni batteri divenuti ormai resistenti nei confronti dei medicinali disponibili. Ci sono interessanti novità a riguardo da un gruppo di biologi della UC San Diego (Usa): hanno sviluppato un un nuovo metodo per determinare in poche ore se le cure antimicrobiche avranno effetto o meno. La scoperta potrebbe rappresentare una vera e propria svolta e potrà aiutare non poco i medici nell’identificazione rapida del trattamento appropriato da assegnare al proprio paziente.
La studio è stato pubblicato online sulla rivista EBioMedicine: gli scienziati segnalano in particolare un test di suscettibilità per lo Staphylococcus aureus, fra i principali batteri killer, che causa circa il 60% delle infezioni nosocomiali e che si è diffuso ormai nelle comunità. “Per prima cosa – dice Kit Pogliano, professore di Biologia alla UC San Diego, che ha guidato il team di ricerca – abbiamo sviluppato un metodo al microscopio che esegue una ‘autopsia’ sulle cellule batteriche e ci permette di determinare come è morta ogni cellula. Abbiamo dimostrato che questo metodo è in grado di identificare il lavoro fatto dai nuovi antibiotici, aiutandoci a capire come funzionano“.
Kit Pogliano continua dicendo che il pool di scienziati ha provato a verificare se questo metodo potesse essere applicato come test di sensibilità agli antibiotici: hanno scoperto che è in grado di distinguere con precisione ceppi sensibili o meno ai medicinali. La loro eccitazione è altissima perchè l’esame è stato molto preciso e veloce: “La sua capacità imprevista di identificare diversi tipi di infezioni da Mrsa“, conclude l’esperto. Il test in questione potrà essere applicato anche per altri tipi di batteri.
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