Nel processo di cambiamento verso un modello di crescita sostenibile in linea con gli obiettivi prefissati nel corso della Conferenza di Parigi che si è conclusa proprio in questi giorni – tra cui il principale è quello di limitare l’aumento del riscaldamento globale di 1,5 gradi centigradi – i maggiori operatori economici, e in particolare quello energetico ed elettrico, avranno un ruolo decisivo. A questo proposito Terna, la società presieduta da Catia Bastioli e guidata dall’amministratore delegato Matteo Del Fante che gestisce la rete di trasmissione elettrica nazionale, è in grado di dare un contributo concreto al cambiamento. Grazie a un piano d’investimenti di oltre 9 miliardi di euro per lo sviluppo e l’ammodernamento della rete, anche per favorire l’integrazione delle energie rinnovabili, la società sta contribuendo a rendere ancor più concreto un percorso di crescita volontario iniziato dieci anni fa in cui convivono sostenibilità, tecnologia e profitto.
Nello specifico Terna ha predisposto un piano di interventi di sviluppo infrastrutturale indispensabili per evitare congestioni sulla rete dovute proprio all’incontrollabilità della – crescente – quantità di energia prodotta dalle fonti green che in Italia nel 2014 hanno coperto oltre il 40% del fabbisogno di energia elettrica. Gli interventi realizzati fino ad oggi hanno favorito nell’immediato l’integrazione in rete della produzione di energia pulita rendendo possibile la connessione alla rete di 27,5 GW di produzione rinnovabile, di cui 18,8 GW di fotovoltaico e 8,7 GW di eolico.
Terna, al fine di rispondere alle sfide del futuro, ha scelto di investire anche in ricerca e innovazione promuovendo un innovativo programma nel campo dei sistemi di accumulo dell’energia, lo storage, che oggi rappresenta un primato europeo. In particolare, grazie ai progetti dello Storage Lab, sistemi a tecnologia Power Intensive, e quelli Energy Intensive, sarà possibile connettere alla rete un maggior quantitativo d’impianti da fonti rinnovabili, consentendo di non dissipare la produzione di energia eolica che altrimenti sarebbe bloccata sostituendola a quella termoelettrica.
Dal punto di vista delle emissioni, i soli interventi di sviluppo infrastrutturale programmati da Terna e inclusi nel Piano di Sviluppo, contribuiranno a ridurre di circa 15 milioni le tonnellate annue di CO2. Come? Grazie a interventi per la riduzione delle perdite, sviluppo delle interconnessioni e un mix produttivo più efficiente ed equilibrato. Tra gli interventi, il collegamento tra Sicilia e la Penisola “Sorgente-Rizziconi”, il più lungo cavo elettrico marino al mondo in corrente alternata, che eviterà l’emissione di 670 mila tonnellate di CO2 l’anno rendendo inoltre disponibili 700 MW di energia rinnovabile.