“Annullare con rinvio la sentenza della Corte di appello di Milano che ha condannato Alberto Stasi a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi“. Questa la richiesta del procuratore generale della Cassazione Oscar Cedrangolo al termine della sua articolata requisitoria davanti alla V sezione penale della Cassazione, in cui ha scandagliato punto per punto gli indizi che hanno portato la corte d’appello di Milano lo scorso anno, dopo il rinvio della Cassazione, ad emettere la condanna. Un nuovo colpo di scena nell’ultimo atto del processo contro l’uomo, condannato a 16 anni per l’omicidio della giovane fidanzata a Garlasco.
Secondo i difensori dell’imputato anche in questo caso i presupposti della condanna sono destinati a franare, a patto che i giudici applicheranno gli stessi parametri del processo di Amanda e Raffale. “Ho apprezzato lo scrupolo della Cassazione, quando dopo le due assoluzioni ha chiesto un nuovo giudizio. E vi chiedo di concedergli lo stesso scrupolo“, ha sottolineato il pg. Anche in questo caso, infatti, la prova scientifica è caotica, le perizie contrastanti e contraddittorie e non esiste un movente. “L’annullamento che chiedo è con rinvio per una questione di scrupolo e rispetto nei confronti del grido di dolore di tutte le parti. Il rinvio servirà per nuovi accertamenti prove e valutazioni“.
Questa richiesta è in accoglimento del ricorso dell’imputato, che chiedeva l’assoluzione, e di quello del pg di Milano, che invocava al contrario il riconoscimento dell’aggravante di crudeltà. Adesso se i giudici decidessero in tal senso si celebrerà un terzo processo d’appello. Atteso quindi l’intervento dei legali di parte civile Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna e del professor Angelo Giarda per la difesa di Alberto, che oggi non si è presentato in aula come i genitori di Chiara. La sentenza è prevista già nelle prossime ore.
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