Un passo in avanti per i diritti dei lavoratori italiani: il lavoro festivo infrasettimanale non potrà più essere imposto. Lo ha deciso la Corte di Cassazione (Cass. 16634/2005) respingendo definitivamente il ricorso presentato dall’azienda di beni di lusso Loro Piana che obbligava i propri dipendenti a lavorare nelle festività infrasettimanali (sentenza n. 16592/2015).
La Suprema Corte ha ribadito che il lavoratore può prestare servizio durante le festività infrasettimanali celebrative di ricorrenze religiose o civili solo se c’è accordo con il datore di lavoro, e non può essere obbligato. Era quanto già disposto nella sentenza del Tribunale di Vercelli che nel 2008 aveva accolto il ricorso di un’addetta alle vendite dello store Loro Piana di Romagnano Sesia (Novara), la quale aveva contestato la sanzione disciplinare subita dall’azienda per non essersi presentata al lavoro il 6 gennaio 2004, disattendendo ciò che la stessa azienda aveva richiesto ai propri dipendenti: ovvero prestare servizio durante le giornate dell’ 8 dicembre, del 26 dicembre, del 6 gennaio, del 25 aprile e del 1° maggio.
La multa inflitta alla dipendente era stata giudicata illegittima dal Tribunale di primo grado poiché il datore di lavoro non poteva trasformare unilateralmente la festività in giornata lavorativa. Successivamente, la Corte di Appello di Torino aveva dato ragione alla lavoratrice, sottolineando la sistematicità della violazione del divieto al riposo della stessa azienda, ripetuta su più giorni. Infine, è arrivato il verdetto della Cassazione.
Non costituiscono possibili deroghe le comprovate esigenze aziendali e neppure il fatto che il lavoro nei giorni festivi venga ricompensato come lavoro straordinario. La Cassazione ha, poi, ribadito che solo per il personale dipendente di istituzioni sanitarie pubbliche o private sussiste l’obbligo della prestazione lavorativa durante le festività per esigenze di servizio e su richiesta del datore di lavoro. Non è dunque il caso della Loro Piana che oltre ad aver visto rigettare il proprio ricorso, è stata condannata a pagare anche le spese processuali.
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