Puntuale come un acquazzone di fine estate, ecco che l’inglese BBC comincia a render pubbliche alcune delle sue classifiche. Quest’anno la parola influenza è al centro di una delle graduatorie più interessanti: le cinque donne del 2015. La lista si è focalizzata sull’individuare una serie di donne che hanno avuto un eccezionale impatto sulle vite altrui, non solo per il loro titolo di lavoro, ma soprattutto per la loro personale capacità di influenzare gli altri.
Le 5 donne più influenti del Regno Unito nel 2015 sono:
1. Nicola Sturgeon – Primo ministro scozzese
Nicola Sturgeon, leader del Partito Nazionalista Scozzese (SNP), è la prima donna a ricoprire la carica di primo ministro della Scozia e la prima a condurre una qualsiasi delle amministrazioni decentrate del Regno Unito. Il suo cavallo di battaglia si concentra principalmente sull’attenzione alle politiche sociali e ai giovani. La sua campagna elettorale, non a caso, è stata svolta per le strade, con molti incontri con la gente locale. C’è chi la chiama “la nuova Lady di Ferro”, chi “la regina degli Scozzesi“, altri ancora “l’assassina sorridente“. Una cosa è certa: Nicola, con grande personalità, è emersa nei vari dibattiti televisivi come il politico più eloquente, con la risposta sempre pronta, le soluzioni economiche più plausibili, il carisma innegabile e irresistibile. Nel privato è ancora più indomita: famosa per i vestitini eleganti e dai colori vivaci che la fanno saltare immediatamente all’occhio, separandola dai più monotoni colleghi.
2. Anna Wintour – Direttrice di Vogue America
Anna Wintour è, dal luglio 1988, la direttrice di quella che è considerata la più autorevole rivista di moda statunitense e mondiale, Vogue. Con il suo taglio di capelli, oramai marchio di fabbrica e occhialoni da sole, Anna è da tempo nota ben oltre il mero mondo della moda – uno status confermato dalla interpretazione di Hollywood del suo ruolo in Il diavolo veste Prada. Con una passione per promuovere giovani talenti, Anna ha lanciato la carriera di molti dei più grandi stilisti di moda, influenzandola essa stessa.
3. Angelina Jolie Pitt– Attrice, regista e ambasciatrice umanitaria
Angelina Jolie Pitt è diventato uno dei più grandi nomi di Hollywood. La star, portatrice di una mutazione genetica che la esponeva ad un alto rischio di sviluppare un tumore al seno e alle ovaie, si è sottoposta a vari interventi di chirurgia preventiva, volutamente pubblicizzando tutti gli aspetti di questa vicenda privata. Porgendo il fianco alle innumerevoli critiche e alla gogna pubblica, le sue campagne sono state teste d’ariete mediatiche per quelle tematiche mediche e per la ricerca. Il suo motto è oramai: l’informazione è potere.
4. Katharine Viner – Direttrice di The Guardian
Katharine Viner è redattore capo del The Guardian News & Media. Nominata nel marzo 2015, è la prima donna ad assumere la carica. Da quando nel 1997 come giornalista, ha scalato la vetta prima con la nomina a vicedirettore nel 2008 e poi redattore capo dell’edizione statunitense nel 2013. Famoso è il suo discorso sul futuro del giornalismo digitale all’università di Melbourne: “Cosa succederebbe se accogliessimo un nuovo ecosistema che comprendesse internet, le tecniche classiche del giornalismo e un nuovo modo di trovare e comunicare le notizie? E se mettessimo al centro coloro che una volta erano “i lettori”? Non dobbiamo scegliere fra istinto “di pancia” e dati, fra il telefono e Twitter, fra giornalismo neutrale e attivismo, fra giornalisti e blogger, fra contenuti originali o controllo di quello altrui. Scegliamo entrambi.”
5. Camilla Cavendish – Direttrice della Policy Unit
Camilla Cavendish è la prima donna a essere nominata a capo della Unità Politica Numero 10, ovvero l’unità di consulenti politici personali del primo ministro inglese. Camilla era in precedenza un editore associato del quotidiano The Times. Grazie al suo giornalismo impegnato, ha ricevuto prestigiosi premi e la sua attività ha avuto effetti concreti: la campagna per la difesa dei minori convinse il segretario di Stato per la Giustizia Jack Straw a introdurre una legislazione che ha aperto i tribunali di famiglia ai media.