Dopo una vita di supplenze e precariato, un insegnante diventa di ruolo sulla soglia dei 50 anni. Penserete ad una storia amara, ma come tante altre in Italia. Invece non lo è affatto, visto che l’uomo risponde al nome di Giovanni Scattone, il protagonista di uno dei più celebri casi di cronaca nera degli ultimi 20 anni. Nel 1997, infatti, Scattone, che al tempo aveva trent’anni e lavorava come assistente di filosofia del diritto alla Sapienza di Roma, sparò ed uccise Marta Russo, una studentessa di 19 anni. L’uomo, che si è sempre dichiarato innocente, nel 2003 è stato condannato definitivamente per omicidio colposo a 5 anni e 4 mesi di reclusione.
La Suprema Corte nella sentenza di condanna decise di non applicare la pena accessoria di interdizione all’insegnamento. Saldato, dunque, il debito con la giustizia, l’ex assistente della Sapienza poté studiare e superare il concorso a cattedra del 2012, classificandosi decimo nell’ufficio Scolastico del Lazio. Eccolo quindi tra i professori precari entrati in ruolo nella prima tornata di assunzioni della Buona Scuola.
Dalla prossima settimana potrà insegnare materie come Storia della filosofia, Psicologia e Scienze dell’educazione. Rimane aperto l’interrogativo sulla reazione delle famiglie degli studenti e dei colleghi della scuola scelta quando se lo troveranno davanti. Già nel 2011 Giovanni Scattone aveva accettato una supplenza in Storia e filosofia al Liceo Cavour di Roma, dove aveva studiato Marta Russo, innescando una catena di polemiche che lo portarono ad abbandonare l’incarico in maniera molto rapida.
Le reazioni di altri professori neoassunti insieme a lui lasciano intuire che non sarà facile per il quarantasettenne, che ha pagato la sua pena ma ancora sconta, come riporta oggi il Corriere della Sera, il ricordo della gente di quel crimine.
“È assurdo che Giovanni Scattone continui ad insegnare” ha commentato Aureliana, la madre di Marta Russo. “Non è la prima volta – continua la donna – e restiamo ancora sconvolti. Non si può pensare che una persona del genere, che non ha neanche mai chiesto perdono, possa fare l’educatore. Tra l’altro con un posto fisso”.
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