Come annunciato, Papa Francesco dalle parole è passato ai fatti: ha intrapreso una nuova battaglia contro la pedofilia per mettere a tacere i diversi scandali che hanno investito la Chiesa. Bergoglio ha infatti stabilito che sia reato canonico “l’abuso d’ufficio episcopale” che si riferisce al comportamento dei vescovi che non hanno dato adeguato seguito alle denunce di abusi di ecclesiastici su minori e persone deboli, vulnerabili da parte del clero.
La riforma giudiziaria varata da Francesco scaturisce da una idea dell’arcivescovo di di Boston, il Card. Sean Patrick O’Malley, attualmente a capo della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori. Non è un caso se nel 2014 fu affidata a lui la delicata presidenza: il Card. O’Malley per anni ha fronteggiato la pedofilia in America. Il frate cappuccino divenuto arcivescovo nel 2003 riuscì a ricostruire in poco tempo l’immagine della Chiesa cattolica a Boston, travolta da un decennio di scandali sui minori. Al tempo fu diretto e preciso nel fronteggiare il problema: mise in vendita il vescovado (palazzi, appartamenti, ecc…) e destinò tutto il ricavato alle vittime della pedofilia. Decise poi di vivere in una stanza del seminario della città, con solo lo stretto necessario.
Armato della semplicità e risolutezza che lo contraddistinguono, il Card. O’Malley nella riunione pomeridiana dell’8 giugno 2015 al Consiglio di Cardinali (l’organismo che aiuta il Papa nella riforma della curia romana, ribattezzato “C9”) ha presentato una relazione contenente due proposte, perché due sono le categorie di vittime di abusi: una “riguardo alle denunce di abuso d’ufficio episcopale” e l’altra “sul tema delle denunce di abusi sessuali su minori e adulti vulnerabili da parte del clero”. Il Consiglio ha approvato all’unanimità l’avanzamento della proposta al Santo Padre, che a sua volta l’ha accolta tout court.
Nel comunicato rilasciato oggi dalla Sala Stampa Vaticana viene riportato il documento prodotto dal Card. O’Malley indicante i termini generali che definiscono il progetto, le questioni relative alla procedura e al Tribunale giudicante, nonché i vantaggi presenti nella proposta stessa rispetto ad altre ipotesi. Il testo si conclude con l’elencazione di cinque specifiche proposte al Santo Padre, di seguito elencate:
- Si propone che la competenza a ricevere ed esaminare le denunce di abuso d’ufficio episcopale appartenga alle Congregazioni per i Vescovi, per l’Evangelizzazione dei Popoli, o per le Chiese Orientali e tutte le denunce debbano essere presentate alla Congregazione appropriata.
- Si propone che il Santo Padre dia un mandato alla Congregazione per la Dottrina della Fede per giudicare i vescovi in relazione ai delitti di abuso d’ufficio.
- Si propone che il Santo Padre autorizzi l’istituzione di una nuova Sezione Giudiziaria all’interno della Congregazione per la Dottrina della Fede e la nomina di personale stabile che presterà servizio nel Tribunale Apostolico. La realizzazione di questo punto farà seguito a consultazioni con il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
- Si propone che il Santo Padre nomini un Segretario per assistere il Prefetto riguardo al Tribunale. Il Segretario avrebbe la responsabilità della nuova Sezione Giudiziaria e il personale della Sezione sarà utilizzabile anche per i processi penali per l’abuso dei minori e degli adulti vulnerabili da parte del clero. Anche queste decisioni faranno seguito a consultazione con il Prefetto della Congregazione.
- In ultimo si propone che il Santo Padre stabilisca un periodo di cinque anni in vista di ulteriori sviluppi delle presenti proposte e per il completamento di una valutazione formale della loro efficacia.
Papa Francesco ha accolto la proposta e ha istituito una apposita sezione della Congregazione della Dottrina della Fede competente in merito. Sarà guidata da un arcivescovo segretario e in essa confluirà l’attuale sezione disciplinare dell’ex-Sant’Uffizio, competente sugli abusi sessuali compiuti da ecclesiastici. Il Santo Padre ha concesso, inoltre, l’autorizzazione affinché siano fornite risorse adeguate per conseguire questi fini.
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