Si chiama Elena Agliotti l’insegnante di Varallo (Vercelli) che lo scorso marzo era rimasta a guardare mentre i suoi alunni picchiavano una coetanea disabile. La professoressa, dopo le verifiche del caso, è stata sospesa dall’insegnamento per 20 giorni e gli è stato dimezzato lo stipendio: questa la sanzione inflitta dalla direzione generale dell’Ufficio scolastico regionale del Piemonte.
L’episodio di grave bullismo aveva avuto luogo nell’istituto alberghiero “Giulio Pastore“ nel Vercellese. Un’alunna disabile, durante l’orario di lezione, era stata picchiata e coperta di sputi da tre compagni di classe: due ragazze e un ragazzo, tutti minorenni. Mentre una terza ragazza aveva filmato il tutto per poi diffondere il video su Whatsapp e Facebook. Il video era stato rimosso poco dopo dai carabinieri, che avevano poi denunciato i responsabili del pestaggio e avviato le indagini. Nel filmato si vedeva chiaramente anche l’insegnante, che nonostante le grida di aiuto, non era intervenuta per difendere la giovane disabile e non aveva fatto nulla per porre fine alla prevaricazione degli alunni sulla coetanea.
Oggi, dopo quasi 3 mesi dall’accaduto, l’Ufficio scolastico regionale di Torino ha preso una decisione: la docente prima sospesa dovrebbe essere reintegrata nel corso degli esami di maturità. Anche per i quattro bulli, tutti ragazzi tra i 15 e i 16 anni, era scattata la sospensione: per due di loro, da marzo fino alla fine dell’anno scolastico. Gli altri erano stati allontanati per due mesi. Una delle due ragazze che aveva alzato le mani sulla compagna con problemi di disabilità aveva poi mandato una lettera aperta sul Corriere della Sera scusandosi per il suo comportamento e chiedendo di essere perdonata e non etichettata più come bulla. Parte del testo recitava: “È giusto pagare per i propri errori; anche se sono davvero dispiaciuta per quello che è successo. Anzi, dispiaciuta non è la parola adatta, la parola esatta è pentita. Sono molto pentita per ciò che ho fatto, tornassi indietro non lo rifarei mai. State parlando di “bullismo”. Io non sono una bulla!”
Intanto l’avvocato di una degli alunni coinvolti annuncia: “Se la Procura accerterà la responsabilità degli insegnanti, potremmo ritenerci parte offesa e costituirci parte civile”.
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