Dal 2016 in poi, ogni 7 maggio, verrà celebrato in Italia il “Fertility day“, ovvero (come suggerisce il nome) la giornata della fertilità. Lo ha annunciato ufficialmente il ministro della Salute Beatrice Lorenzin in occasione della presentazione del Piano nazionale della fertilità che si è svolto oggi (mercoledì 27 maggio) a Roma. Si tratta di un’iniziativa molto importante, visto che in Italia una coppia su cinque ha difficoltà ad avere un bambino. L’obiettivo è proprio quello di aumentare l’attenzione dell’opinione pubblica su un tema così delicato ed anche per invitare uomini e donne a pensare di avere figli in tempo, sia per quanto riguarda eventuali patologie che potrebbero compromettere la possibilità di diventare genitori in maniera naturale, sia per l’età.
Il quaranta per cento delle cause di infertilità riguarda gli uomini, l’altro quaranta le donne ed il restante venti è di natura mista. Si sa, le esponenti del gentil sesso dai trentacinque anni (circa) in poi hanno difficoltà ad iniziare una gravidanza. Negli ultimi anni però pare che anche il sesso forte riscontri qualche problema a causa dell’avanzare dell’età: eppure negli ultimi trent’anni l’età media del concepimento è aumentata di quasi dieci anni. “Spesso la coppia arriva dal medico quando è troppo tardi – ha dichiarato la Lorenzin, secondo quanto riportato da La Repubblica – Questo piano sanitario ha l’ambizione di essere il pilastro di un intervento più grande che coinvolgerà altri ministeri e non durerà solo per questa legislatura“.
Nella giornata nazionale saranno coinvolte anche le scuole per educare i più piccoli ed inoltre ci sarà una proposta al governo per “rendere strutturale il bonus bebè per i primi 5 anni del bambino“. In questo modo si tende ancora di più ad incentivare le coppie a fare figli, senza paura dei problemi economici: “Serve una inversione del trend demografico nel Paese – ha continuato – altrimenti avremmo difficoltà a mantenere il welfare. Abbiamo inoltre analizzato i dati dell’infertilità in Italia: sono sottostimati e sottovalutati e non c’è consapevolezza piena tra la popolazione“.
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