Un superfarmaco per curare l’epatite C ha avuto effetti collaterali su alcuni pazienti? Sei di loro sono addirittura morti dopo l’assunzione ed ora il reato è quello di omicidio colposo. Secondo quanto riporta La Repubblica però il medicinale sarebbe stato negato perché troppo costoso: le persone sono decedute quindi per un effetto collaterale o semplicemente perché non hanno più potuto comprarlo per curarsi? Il procuratore Raffaele Guariniello ha incaricato i carabinieri del Nas di verificare se ci siano delle persone le cui condizioni sono peggiorate negli ultimi mesi e se ci sono altri deceduti per la mancanza dell’assunzione.
Il Sofosbuvir (il cui nome commerciale è Sovaldi) è un vero e proprio salvavita entrato in commercio nel 2014, ma che non tutti gli ospedali riescono ad acquistare per mancanza di fondi: il costo iniziale era di ben quarantamila euro, tuttavia sono in corso delle trattative per abbassare il prezzo, visto che sono davvero tanti i pazienti che ne hanno bisogno. Le iniziative giudiziarie (come si legge sul New York Times) stanno partendo da alcuni grandi Stati a medio reddito, come il Brasile, l’Argentina, la Cina, la Russia e l’Ucraina. Anche la Regione Piemonte sta cercando di far ascoltare la voce dei propri cittadini, attivando dieci centri che prescrivono la terapia.
I carabinieri stanno studiando le schede dei pazienti che hanno dichiarato di non poter usufruire del medicinale e quali siano potuti essere gli effetti collaterali che hanno portato alla morte di sei persone. Tra questi un uomo di cinquantacinque anni, scomparso lo scorso febbraio e che già aveva subìto un trapianto. La procura però ha tenuto a precisare che non dovrebbe esserci alcuna connessione fra assunzione del farmaco e conseguenze: “sono ben segnalati nel bugiardino del farmaco – si legge – che riesce a debellare il virus in oltre il 90 per cento dei casi“.
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