Periodo molto particolare, questo, per il cinema italiano. Sembrava che la crisi, quella che negli anni Novanta ha toccato il culmine, fosse ormai definitivamente superata. Sembrava che, a casa nostra, la Settima arte stesse ritrovando verve e vigore. Soprattutto grazie alle commedie. Invece è vero soltanto a metà. Nel senso che si produce un numero crescente di titoli (ben 201 nel 2014, cioè 34 in più del 2013) ma sta calando l’interesse del pubblico e di conseguenza l’affluenza nelle sale. Nei primi tre mesi di questo 2015 è stato registrato un -8 per cento rispetto al medesimo periodo del 2014. Una situazione senza dubbio aggravata dal continuo accorciarsi della stagione cinematografica e dal numero sempre minore di sale cittadine, ma anche dall’insufficiente programmazione dei film nostrani in tv. Sono tutti dati che emergono da Tutti i numeri del cinema italiano – Anno 2014, analisi diffusa da Anica e Mibact.
E andiamo avanti. Sono aumentate le produzioni, dicevamo. Ma le corrispondenti risorse economiche non risultano cresciute in modo proporzionale: soltanto di circa 12 milioni di euro, passando quindi dai 257,82 milioni del 2013 ai 270 milioni circa del 2014. Si fanno invece più scarni i capitali esteri (da 77 a 55 milioni) e le coproduzioni (da 29 pellicole del 2013 a 21 del 2014). “Si girano più film – spiega il direttore generale per il cinema del Mibact Nicola Borrelli – con meno risorse e soprattutto nelle classi di costo più basse (salgono da 80 a 112 i film prodotti con budget fino a 800 mila euro), il che si riflette sulla qualità“. La quota di mercato italiana ha tenuto nel 2014, assestandosi al 27 per cento, ma è calata nel primo trimestre 2015 arrivando al 25 per cento (-8 per cento sullo stesso periodo 2014), su un mercato totale anch’esso in discesa del 6 per cento, rilevato a fine marzo.
Dati poco incoraggianti trovano – ahinoi – specchio nel rapporto annuale sullo stato del settore cinematografico nella Ue redatto dall’Osservatorio europeo dell’audiovisivo: l’Italia è il Paese europeo in cui si è registrato il più forte calo d’incassi per le sale cinematografiche. Tra il 2013 e il 2014 gli introiti relativi alla vendita di biglietti sono scesi di 46 milioni di euro, un calo del 7,1 per cento. Tutti i nostri film sono rimasti inoltre fuori dalla top 20 delle pellicole europee più viste nel continente, che di contro è dominata dalla Francia.
Foto by Facebook