L’indagine è stata lunga, ma alla fine gli uomini del Corpo forestale sono riusciti a fermare un traffico illegale di cuccioli che giungevano in Italia dall’Ungheria. L’ultimo carico, sette piccoli chihuahua, è stato individuato mentre arrivava a Pisa. Con conseguente denuncia della donna che si occupava della vendita, di origini ungheresi ma residente in Italia da diverso tempo. Le indagini non si sono ancora concluse e al momento le ipotesi di reato vanno dal traffico internazionale di cuccioli al maltrattamento, detenzione in condizioni non idonee, falso in atto pubblico. In tutte le bestiole sono stati riscontrati segni di stress e affaticamento per il lungo viaggio appena fatto e una era in condizioni gravi.
L’indagine è partita da alcuni annunci su siti specializzati relativi – appunto – alla vendita di cuccioli. Gli agenti si sono accorti che erano tutti ricollegabili alla medesima utenza telefonica e questo è stato il primo campanello di allarme. Il secondo, i prezzi eccessivamente bassi. Di conseguenza il Nucleo investigativo del Comando provinciale di Pisa, diretto da Davide Ciccarelli, ha deciso di far luce sulla questione e sulle relative dinamiche. Che sono le seguenti: la suddetta “signora” proponeva su Internet un numero esiguo di cuccioli di chihuahua, da cinque a sette, per non catturare l’attenzione. Dopo averli venduti, in genere nell’arco di un paio di mesi, pubblicava un altro annuncio per nuovi cuccioli.
Dopo lunghi appostamenti è stato possibile capire che lo scambio avveniva poco dopo il confine con la Slovenia con viaggi effettuati dalla stessa donna in un’unica giornata. I cuccioli di poche settimane di vita, separati dalla madre prima del tempo, dovevano affrontare viaggi sfiacanti per raggiungere il confine con l’Italia; qui venivano caricati in auto dalla donna e condotti fino a Pisa. Proprio nel corso di uno di questi viaggi, quando ormai erano in possesso di tutti gli elementi necessari, gli uomini e del Comando stazione forestale di Pisa hanno aspettato la donna. Esattamente sotto casa sua.
Gli animali sono stati sottoposti a visita medica ed è così emersa la loro vera età. Sui documenti di accompagnamento era stata falsamente anticipata: circa otto settimane. Per l’importanza occorre che abbiano invece almeno tre mesi e venti giorni di vita. Adesso i cuccioli saranno affidati a un’associazione. E magari troveranno una casa, dopo tanto penare.
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