Il vertice delle Americhe, un grande raduno di leader latinoamericani, ha visto giungere a Panama, a poche ore dall’avvio, sia il presidente americano Barack Obama sia il leader cubano Raul Castro. Nella capitale latinoamericana si era già svolto un colloquio, qualche ora prima, tra il segretario di Stato americano John Kerry e il ministro degli Esteri cubano Bruno Rodriguez. Dopo più di mezzo secolo di ostilità, Washington e L’Avana mostrano al mondo la volontà di riprendere le relazioni diplomatiche.
È la prima volta che Cuba partecipa a questo summit che prevede la presenza di 35 leader del continente. Tra Obama e Castro non sono previste, durante il vertice, riunioni bilaterali ufficiali. Certo è che nell’ambito del disgelo nei rapporti diplomatici avviato a fine anno 2014, i riflettori resteranno puntati su tutti i movimenti dei due leader.
I media non hanno mancato di immortalare tutti i loro movimenti a partire dallo sbarco. Pochi attimi dopo che giovedì sera Marine One, l’elicottero del Presidente americano, ha toccato il suolo di Panama, è atterrato sulla stessa pista anche l’aereo di Castro. La televisione panamense ha ripreso entrambi gli arrivi in tempo reale, e le immagini hanno fatto il giro del pianeta in tempi record.
Obama a dicembre aveva già annunciato che il governo americano si stava impegnando a riallacciare i rapporti con L’Avana. Vari i colloqui previsti sulla riapertura delle ambasciate e sull’eliminazione degli ostacoli al commercio e ai viaggi.
Secondo quanto anticipato nel discorso pubblico fatto durante una breve sosta in Giamaica, il presidente Obama a Panama potrebbe annunciare la tanto richiesta rimozione di Cuba dalla lista dei paesi che sponsorizzano il terrorismo. Rimuovere Cuba dalla black list che comprende anche l’Iran, il Sudan e la Siria è uno tra i più importanti passi verso la ricostruzione di un dialogo diplomatico.
“In tutto questo processo, il nostro accento è stato posto sui fatti“, ha detto Obama. Il Presidente comunica che la lista è un potente strumento per isolare i paesi che supportano fattivamente il terrorismo, se uno Stato vi rientra deve essere realmente coinvolto con il terrorismo e potrebbe non essere il caso di Cuba. Ha aggiunto: “Come cambiano le circostanze, allora cambierà anche questo elenco“.
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Se da un lato gli Stati Uniti si dimostrano sereni per i progressi fatti, dall’altro una parte del governo cubano ha espresso insoddisfazione per il lento ritmo del disgelo diplomatico. Obama, al riguardo, ha dichiarato seccamente che: “Non si può pretendere che la situazione cambi nell’arco di una sola notte“.
Altro evento prontamente documentato dalla stampa è la telefonata tra Raul Castro e Obama prima dell’avvio del meeting. I giornali riportano che in questo scambio telefonico sia stato messo in programma un colloquio tra i due: anche se si tratterà di un confronto informale.
La telefonata, avvenuta nella serata di giovedì, è la seconda conversazione nota al pubblico fra i leader dei due Paesi in più di 50 anni. La prima è stata a dicembre, poco prima dell’annuncio del disgelo fra Stati Uniti e Cuba.
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