Un giorno di inaspettata follia nel Palazzo di Giustizia di Milano, dove sono morte quattro persone. Una pistola introdotta in modalità ancora non chiare, un imputato che spara disperatamente e le vittime: quattro tra cui un avvocato e un giudice, ucciso nella sua stanza. L’uomo che ha aperto il fuoco è Claudio Giardiello, 57 anni, originario di Benevento, imputato in un procedimento di bancarotta fraudolenta.
Dalle testimonianze emerge che Giardiello, già abbandonato dal suo avvocato che non era più intenzionato a difenderlo, avrebbe escogitato una vendetta nei confronti della giustizia. È riuscito a introdurre una pistola all’interno del Tribunale e ha comiciato a fare fuoco. Ha poi raggiunto al secondo piano la stanza dell giudice Fernando Ciampi, 61 anni, e lo ha ucciso. Strappate anche le vite dell’avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani, 37 anni, e di un coimputato, Giorgio Erba, 60 anni, dopo un intervento chirurgico al Policlinico. Un quarto corpo senza vita è stato trovato all’interno del Tribunale, senza segni di arma da fuoco: l’ipotesi, al momento, è che possa essere stato colto un infarto per la concitazione dovuta alla sparatoria. Si contano anche due feriti, di cui uno gravissimo, coimputati di Giardiello.
Il magistrato colpito a morte, Fernando Ciampi, faceva parte della sezione fallimentare. A riferire della sua morte è stato il presidente della Corte d’appello di Milano Giovanni Canzio.
Ai primi colpi, intorno alle 11:00, si è diffuso il terrore nel Palazzo. Le persone all’interno hanno cercato di fuggire o trovare un riparo. Il Tribunale è stato subito evacuato, e i presenti che non si erano già gettati fuori dalle aule, sono stati invitati dalle forze dell’ordine ad uscire. Centinaia le persone sulla strada davanti alle uscite dell’edificio. Giardiello, nascosto nei corridoi del tribunale, ha continuato a sparare.
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Il ministro della Giustizia Andrea Orlando si è recato sul posto per seguire da vicino gli eventi e accertare la dinamica dei fatti. Al Palazzo di Giustizia presente anche il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, che ha dichiarato: «Vado a parlare con il presidente del tribunale e i magistrati e cercare di vedere cosa posso fare per intervenire perché questa persona si arrenda e non faccia aumentare una tragedia che è già enorme».
Il killer, dopo la sparatoria, ha cercato poi di rifugiarsi al terzo piano, riuscendo a lasciare il Tribunale. Fuggito sulla sua moto, è stato bloccato e arrestato dai carabinieri di Vimercate, vicino Monza.
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