L’esercito iracheno ha iniziato a esaminare 12 sospette fosse comuni a Tikrit, la città che fino a pochi giorni fa era controllata dallo Stato Islamico (ISIS). Si ritiene che la zona contenga centinaia di soldati uccisi, probabilmente 1.700, da militanti islamici lo scorso anno.
Erano, infatti, circa 1.700 i soldati catturati dagli estremisti in giugno mentre cercavano di fuggire da Camp Speicher – una base aerea alla periferia di Tikrit, in precedenza struttura militare statunitense ceduta poi alle forze irachene – a seguito di un attacco a sorpresa delle forze militari Isis, che avanzavano verso il nord dell’Iraq. Il gruppo estremista, dopo aver preso il controllo di Tikrit, ha documentato online l’eccidio postando fotografie che mostrano i suoi uomini armati massacrare decine di soldati iracheni. Dalle immagini si vede che, dopo averli caricati sui camion, hanno costretto i prigionieri a faccia in giù nei pressi di un fosso poco profondo, con le braccia legate dietro la schiena. Altri video mostrano uomini armati e mascherati all’interno del complesso dei palazzi presidenziali che portano i soldati catturati lungo il Tigri, sparandogli alla testa e gettandoli nel fiume.
L’assalto dell’Isis, a giugno 2014, ha gettato l’Iraq nella sua peggiore crisi dal 2011, anno in cui gli Stati Uniti ritirarono le loro truppe. Nel mirino dei militanti anche le minoranze religiose autoctone irachene, compresi cristiani e seguaci dell’antica fede yazidi: una furia che ha costretto decine di migliaia di persone ad abbandonare le proprie abitazioni.
All’inizio dello scorso agosto, gli Stati Uniti hanno lanciato attacchi aerei sui militanti Isis in Iraq, nel tentativo di aiutare le forze irachene a combattere la crescente minaccia. Solo pochi giorni fa l’esercito iracheno, alleato con combattenti sunniti e sciiti ha riconquistato la città, permettendo alle squadre governative di iniziare lunedì gli scavi all’interno del complesso dove si crede abbia avuto luogo gran parte del massacro.
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Khalid al-Atbi, un portavoce del ministero della sanità iracheno, ha detto che almeno 20 cadaveri sono stati esumati il primo giorno. La tv di stato irachena ha mostrato uomini che scavano in un’area aperta aiutati da bulldozer, con i membri delle famiglie dei soldati scomparsi a osservare la scena.
Il massacro di Camp Speicher è stato documentato anche dalle Nazioni Unite, che in un rapporto diffuso il mese scorso riporta: “un numero tra 1.500 e 1.700 soldati iracheni di Camp Speicher sono stati sommariamente uccisi il 12 giugno dall’ISIS“. L’Isis continua a controllare attualmente la provincia settentrionale di Ninevah e la maggior parte della provincia occidentale di Anbar, oltre a piccole aree a nord di Baghdad.
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