Le unioni civili e il matrimonio tra persone dello stesso sesso sono diritti umani. Questo il principio che si legge nel rapporto approvato dal Parlamento Europeo nel quale si incoraggiano i governi degli Stati membri alla riflessione sul riconoscimento di questi legami. Tra i 28 Paesi dell’Unione Europea, 17 sono già dotati di legislazioni in materia, l’Italia è uno dei nove membri che ancora non prevede alcun tipo di tutela per le coppie omosessuali.
Il passaggio sulle nozze gay è uno dei punti del documento che ogni anno l’assemblea di Strasburgo redige sui diritti umani e le democrazia nel mondo e sulla politica dell’Unione Europea in questa materia. L’Europarlamento prende atto della legalizzazione del matrimonio e delle unioni civili tra persone dello stesso sesso in un numero crescente di Paesi nel mondo e, come si legge nella relazione, «incoraggia le istituzioni e gli Stati membri dell’Ue a contribuire ulteriormente alla riflessione sul riconoscimento del matrimonio o delle unioni civili tra persone dello stesso sesso in quanto questione politica, sociale e di diritti umani e civili».
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Il documento, presentato dall’europarlamentare del Partito Democratico Pier Antonio Panzeri, fa un punto della situazione dei diritti umani nel mondo e chiede che specifiche clausole relative a tali diritti siano incluse negli accordi internazionali firmati dall’Unione europea. Il rapporto ha ottenuto il via libera dell’assemblea di Strasburgo con 390 voti favorevoli, 151 contrari e 97 astensioni. Al momento di esprimersi sul tema non sono mancate divisioni sia tra gli esponenti del Partito Democratico sia tra quelli dello schieramento del centro-destra.
Soddisfatto il relatore Panzeri, che non parla di unioni civili ma sintetizza così il messaggio della sua relazione: «I diritti non sono un lusso e non invadono la democrazia ma impongono di riflettere su come dovrebbe essere esercitata la discrezionalità politica». Puntuale il commento di Nichi Vendola che twitta: «Per il Parlamento Europeo le unioni civili e le nozze gay fanno parte dei diritti umani e civili delle persone. Molto bene. Ora però, prima dell’inizio del Consiglio dei Ministri, qualcuno informi Renzi & Alfano».
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