Rai e scuola oggi sul tavolo del Consiglio dei Ministri. Il governo prova a rivoluzionare con due disegni di legge da una parte la televisione di Stato e dall’altra ad assumere da subito 100.000 insegnanti precari. Nel frattempo in varie città d’Italia scendono in piazza gli studenti.
E’ il giorno della riforma della governance Rai a palazzo Chigi. Per la risistemazione della televisione pubblica il governo Renzi sarebbe orientato a seguire un “modello Spa“: in arrivo un amministratore delegato, con poteri più ampi rispetto a quelli attuali, che sarà nominato dall’esecutivo con l’obiettivo di rendere il carrozzone di via Mazzini più competitivo in futuro. Previsto anche un consiglio di amministrazione più snello e meno invasivo, con uno dei membri eletto direttamente dai dipendenti Rai. Le tre reti pubbliche saranno poi specializzate secondo settori e una di esse sarà senza spot.
Altro punto all’ordine del giorno, un’altra riforma: quella della “Buona Scuola“, ovvero il più volte annunciato disegno di legge della scuola pensato dal ministro Giannini. Una riforma che non farà sparire gli scatti di stipendio degli insegnanti che resteranno legati all’anzianità ma che sul fronte assunzioni promette la chiusura delle graduatorie a esaurimento e la regolarizzazione di oltre 100.000 precari. Gli altri 60.000 che resterebbero fuori ora, andrebbero ad entrare con il concorso del 2015-2019. Quello che è certo è che per entrambe le riforme si seguirà lo stesso metodo e che entrambe arriveranno attraverso un ddl.
Contro la riforma scuola scendono in piazza gli studenti che hanno organizzato manifestazioni in decine di città. A Milano circa un migliaio di ragazzi hanno invaso le vie del centro, in direzione Palazzo Lombardia, per manifestare contro le linee guida del governo Renzi su la “Buona Scuola”. Forti i disagi alla circolazione, deviati i mezzi di superficie. Momenti di tensione durante il corteo degli studenti: il lancio di oggetti e bottiglie con vernice color rosso magenta contro gli agenti e i mezzi di polizia a presidio della Regione hanno dato il via agli scontri. Le forze dell’ordine in tenuta anti sommossa hanno risposto con i lacrimogeni. A Torino i ragazzi hanno lanciato matite colorate contro la sede del Miur. Studenti in piazza anche a Genova, Napoli e Palermo. “Siamo in piazza – spiega uno studente – per contestare la privatizzazione della nostra scuola“. Aggiunge un altro: “Gli insegnanti rivendicano il diritto all’assunzione e non una elargizione da parte del Governo“.
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