Le meravigliose bolle congelate sotto l’Abraham Lake in Canada, potrebbero apparire come rari gioielli d’inverno, ma non è opportuno avvicinarsi troppo ad ammirare queste perle se non quando sono sotto la superficie ghiacciata: le bolle, infatti, sono in realtà degli agglomerati sferoidali congelati di metano, un gas serra altamente infiammabile, presente nell’atmosfera terrestre in concentrazioni molto inferiori a quelle dell’anidride carbonica ma con un potenziale di riscaldamento globale ben ventuno volte superiore.
Tra novembre e marzo, in quel piccolo lago artificiale ai piedi delle Montagne Rocciose sul fiume North Saskatchewan, la spessa coltre del lago inibisce la lenta e costante ricerca di un foro di uscita delle bollicine che, salendo in superficie e congelandosi, creano paesaggi sommersi sorprendenti, attirando impavidi fotografici e qualche curioso.
Questo fenomeno naturale sembra essere causato dalla decomposizione di alcune sostanze organiche (piante e animali) che si sedimentano sul fondo del lago e dall’attività di batteri nel processo di decomposizione che, metabolizzando tali composti, sprigionano bolle di gas sulla superficie. La più ovvia evidenza di questo fenomeno è data da nuvolette che si espandono nella colonna d’acqua, e che a contatto con le ferree temperature del lago, si cristallizzano solidificandosi e plasmando forme sinuose e inaspettate.
Si tratta, in effetti, di uno spettacolo davvero incredibile in aumento in alcuni altri laghi della zona -come il Minnewanka- e sotto osservazione da parte di numerosi esperti: non solo quale fenomeno impressionante e splendido ma anche perché se correttamente estratto, il metano racchiuso all’interno dei laghi, può essere un’inestimabile risorsa di energia.
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