Miguel Bosè è tornato. Ed erano in tanti a sentirne la mancanza. E’ tornato, Miguel, mettendoci tutto il cuore possibile. Il nuovo disco s’intitola Amo ed è uscito lo scorso 27 gennaio dopo essere stato anticipato in radio dal singolo Encanto; si tratta del primo lavoro di inediti dopo Cardio (era il 2010) e contiene quindici tracce in tutto. Ne è stata realizzata pure una speciale versione per il Bel Paese contenente quattro brani in italiano (L’incanto, appunto, poi Liberi da ore, Amo e Brividi). L’artista di origini spagnole appare soddisfatto della sua creazione: “A quanto pare – dice – questo è il più Bosè che abbia fatto da anni, così dicono. E poiché non so bene quello che vogliono dire, bene, allora mi fido“.
Amo è il traguardo alla fine di un percorso complesso: “La scrittura del disco – spiega Miguel – è iniziata circa due anni e mezzo fa. Se c’è tempo il risultato ne risente in modo positivo”. Ha fatto tutto fra le pareti domestiche e ritiene che ciò sia stato fondamentale perché “intanto potevo pccuparmi della mia famiglia, del mio orto, dei miei cani. È stato tutto molto low profile“.
Il tema guida è la conoscenza. Miguel definisce questo disco “un viaggio immenso attraverso quello che è uno dei miei tratti più importanti: la mia insaziabile curiosità“. Di solito lui sceglie il romanzo, nel senso che inventa dei personaggi cui attribuire determinate parole e frasi cui tiene e in cui crede. Questa volta no, questa volta s’è messo in gioco a 360 gradi: “Parlo in prima persona“. E la voglia di esporsi fino in fondo, senza temere critiche di sorta e anzi con una nuova sfrontatezza, appare evidente fin dalla copertina. Coloratissima, dal sapore quasi fiabesco: “Ci sono tutte le cose che fin da quando ero piccolo mi affascinano: la biologia marina, gli animali, l’astronomia, ecc“.