Massacra la moglie a bastonate, prima dell’omicidio Cagnoni cede al fratello ville e studi milionari per soli 160 mila euro

Si torna in aula quest’oggi, 19 gennaio 2018, per la decima udienza del processo per il brutale omicidio di Giulia Ballestri, moglie del noto dermatologo dei vip Matteo Cagnogni, accusato di averla uccisa a bastonate. Ecco cosa sta accadendo in aula…

Oggi, 19 gennaio 2018, si torna in aula per la decima udienza del processo di primo grado contro il famoso dermatologo dei vip Matteo Cagnoni, accusato di aver massacrato a bastonate la moglie Giulia Ballestri, il 16 settembre 2016. I due si stavano separando e, per l’accusa, il movente del delitto è da ricercare proprio nel fallimento del loro matrimonio. La donna è stata brutalmente uccisa ed il suo corpo, privo di vita, è stato ritrovato nello scantinato della villa della famiglia di Cagnoni, in centro a Ravenna.

Nelle precedenti udienze sono stati ascoltati alcuni testimoni, tra cui l’investigatore privato ingaggiato da Matteo Cagnoni per seguire la moglie. In aula il teste ha raccontato di quando, durante un pedinamento, risalente all’11 agosto del 2016, Giulia Ballestri venne vista entrare in casa dell’uomo con il quale si stava frequentando, Stefano Bezzi. Il giorno seguente quest’ultimo venne malmenato dal dermatologo. Da quel momento è inizio il vero calvario per Giulia Ballestri, che da tempo non stava più bene con il marito e dal quale aveva intenzione di separarsi.

In aula, nel corso delle precedenti udienze, il clima non è stato sempre sereno. Nel corso del processo, quando a prendere la parola è stata la madre di Giulia Ballestri, gli animi si sono surriscaldati e Matteo Cagnoni è intervenuto offendendo pesantemente la suocera, ma fortunatamente la situazione è poi rientrata. A sconvolgere è stata la testimonianza di Giandomenico Cavallucci, sovrintendente della Polizia ferroviaria che conosceva la coppia da una ventina d’anni: “Matteo parlava delle donne in modo quasi ‘talebano’, dicendo che dovevano stare in casa e che non bisognava separarsi, perché le donne creano tanti problemi, chiedono soldi e non fanno vedere i figli all’ex marito”. Successivamente Cavallucci ha raccontato di alcuni episodi singolari, avvenuti nel 2015 e nel 2016, riguardanti i molti tradimenti effettuati da Matteo Cagnoni ai danni della moglie Giulia Ballestri. Alla fine della nona udienza, l’avvocato Trombini ha chiesto nuovamente la scarcerazione e gli arresti domiciliari per il noto dermatologo: richiesta rigettata dalla Corte d’Assise.

AGGIORNAMENTO ORE 13.00: L’udienza si è aperta, come riporta Ravenna Notizie, con l’esame del luogotenente del nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza Enrico Negrini. Mentre Giulia Ballestri esternava le prime manifestazioni di sofferenza al proseguimento del matrimonio, il noto dermatologo Matteo Cagnoni si è liberato di una parte del patrimonio di sua proprità, per una cifra che si aggira introno tra 1,4 e 1,7 milioni di euro (tra immobili e fondi di investimento) vendendoli al fratello Stefano per una cifra pari 160 mila euro. Negrini ha testimoniato in merito alle indagini riguardanti il patrimonio immobiliare e ad alcuni conti bancari intestati a Matteo Cagnoni. I punti focali della testimonianza sono stati due atti notarili, rispettivamente del 10 e del 23 marzo del 2016. La decima udienza è poi proseguita, come riporta Ravenna Notizie, con il contro esame della difesa dell’imputato, dove ha preso parola l’avvocato Trombini. Successivamente è stato chiamato a testimoniare l’ispettore Filippini del gabinetto della Scientifica di Bologna sulla questione delle impronte insanguinate attribuite all’imputato trovate nella casa del delitto. L’avvocato Trombini, come riporta Ravenna Today, gli ha rivolto domande minuziose in merito alla prova in esame, fino a farlo spazientire. Il Presidente Schiaretti, definendo tale atto come equivalente quasi ad un “esame universitario”, ha così bloccato lo scrupoloso interrogatorio dell’avvocato difensore di Matteo Cagnoni. La parola è poi passata ad una collega di Filippini, l’Assistente Capo Lombardi, che ha confermato quanto detto dallo stesso e specificando di aver riscontrato una sicura corrispondenza tra l’impronta insanguinata e quella dell’imputato, in maniera autonoma, senza essere stata “influenzata” dal collega Filippini.

AGGIORNAMENTO ORE 17.00: Il Commissario Francesco De Paolis, coordinatore del settore operativo del Gabinetto di Polizia scientifica di Bologna, è successivamente intervenuto proiettando in aula, come riporta Ravenna Today, alcune foto di rilievi eseguiti nella villa di via Padre Genocchi. De Paolis stesso ha definito la scena del crimine terrificante. Il Commissario si è soffermato sulle Timberland trovate stese ad asciugare nella villa di Firenze del padre di Cagnoni, lo stesso modello le cui impronte sono state trovate nello scantinato dove è stato rinvenuto il cadavere di Giulia Ballestri. Successivamente il Commissario si è soffermato sulle altre impronte presenti sul luogo del delitto corrispondenti alle Hogan, indossate dall’imputato il giorno dell’omicidio quando è stato ripreso dalle telecamere della pasticceria in cui fece, per l’ultima volta, colazione con la moglie. Tali scarpe però non sono mai state ritrovate. Non sono state trovate impronte o tracce di sangue sul balcone della villa in via Padre Genocchi: questo screditerebbe quindi la teoria sostenuta dalla difesa che consiste, come riporta Ravenna Today, nella presenza di un presunto assassino sconosciuto che possa essersi intrufolato nella casa attraverso il balcone.

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