Prostituzione, Salvini: “Voglio riaprire le case chiuse”

Dopo la legge Fornero sulle pensioni e il decreto Lorenzin sui vaccini, il candidato premier della Lega, Matteo Salvini tira fuori un’altra legge da abrogare, la Merlin che chiuse le cosiddette “case di tolleranza”, esattamente 60 anni fa, nel 1958. Ecco perché.

Una proposta che ha suscitato gelo negli ambienti cattolici e imbarazzo tra gli alleati, la maggioranza dei quali non ha voluto commentare le dichiarazioni del leader leghista, che sono arrivate nello stesso giorno di quelle shock di Attilio Fontana (candidato governatore il Lombardia per il Centrodestra) sulla “razza bianca” in via di estinzione a causa dei migranti.

COME È REGOLATA OGGI LA PROSTITUZIONE

Regolamentare e tassare la prostituzione come nei Paesi civili, riaprendo le case chiuse. Ne sono sempre più convinto”, ha scritto Salvini su Twitter, suscitando alcuni consensi tra i follower ma soprattutto commenti ironici, critici o irridenti. A livello normativo la legge Merlin vietò le cosiddette case chiuse, ma non la prostituzione che oggi è libera, mentre è punito il favoreggiamento, lo sfruttamento, il reclutamento e l’induzione alla prostituzione.

COME FUNZIONA NEGLI ALTRI PAESI

In alcuni Paesi europei la prostituzione è consentita e regolamentata (Paesi Bassi, Germania, Austria, Svizzera, Grecia, Ungheria, Lettonia), in altri è illegale (molti Paesi dell’Est e Irlanda), e infine quelli in cui è illegale è viene punito il cliente (Svezia, Islanda), come anche il Consiglio d’Europa ha sollecitato a fare nel 2013, per combattere la tratta e il racket.

PROPOSTE DI LEGGE PER PUNIRE I CLIENTI

Nel corso della legislatura che si è chiusa a dicembre (in vista delle elezioni del 4 marzo 2018) sono state depositate sia alla Camera che al Senato proposte di legge che puniscono il cliente: quelle di Caterina Bini (Pd) e Maurizio Lupi (Ap) e altri 50 deputati, quella della senatrice Dem Francesca Puglisi, e ancora di Carlo Giovanardi (Idea), di Andrea Romano (Pd) o Gianluigi Gigli (Des). Tutte proposte il cui esame peraltro non è nemmeno iniziato in Commissione. Nel centrodestra, i parlamentari a cui è stato chiesto un parere sulle parole di Salvini, hanno preferito non commentare. La sola Paola Binetti (Udc) da sempre sostenitrice della linea sulla punibilità dei clienti, ha espresso la propria contrarietà: “Sono del tutto contraria alla riapertura delle case chiuse, perché significa consegnare le donne a un lavoro in cui la stragrande maggioranza di esse è vittima dello sfruttamento”.
Prostituzione, Salvini: "Voglio riaprire le case chiuse"
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