Nuovi funerali per Serena Mollicone: “Finalmente potrà riposare in pace”

Dopo la riapertura delle indagini, la Procura della Repubblica di Cassino ha dato il nulla osta per far si che la salma della studentessa 18enne Serena Mollicone, uccisa nel 2001, venga restituita alla famiglia per una nuova sepoltura.

Le nuove indagini sulla misteriosa morte di Serena Mollicone, la studentessa 18enne di Arce uccisa il primo giugno del 2001, procedono senza sosta e la Procura di Cassino ha disposto il rientro della salma nella prossima settimana, il 22 dicembre 2017. Ciò è stato possibile grazie alla conclusione degli accertamenti medico-legali, compiuti a Milano, che hanno impresso la svolta nell’inchiesta portata avanti dal procuratore capo di Cassino, Luciano D’Emmanuele, e dal sostituto Maria Beatrice Siravo. La salma di Serena Mollicone verrà quindi restituita alla famiglia e, prima di essere nuovamente tumulata, verrà celebrato un nuovo funerale.

“Finalmente mia figlia potrà riposare in pace accanto alla madre”, dice Guglielmo Mollicone, padre di Serena. Al momento in merito alla morte della giovane sono indagati: l’ex comandante dei carabinieri della stazione di Arce, Franco Mottola, suo figlio Marco e la moglie del maresciallo, Anna, con l’accusa di omicidio volontario ed occultamento di cadavere; il maresciallo Vincenzo Quatrale, indagato oltre che per il reato di concorso in omicidio nei confronti di Serena Mollicone, anche per quello di istigazione al suicidio per il brigadiere Santino Tuzzi, che a causa del suo silenzio ha compiuto il gesto estremo; il maresciallo Francesco Suprano, indagato con l’accusa di favoreggiamento, in quanto avrebbe omesso di riferire agli inquirenti fatti e circostanze di rilevante importanza per le indagini.

Serena Mollicone era una ragazza tranquilla, che il primo giugno del 2001 uscì di casa per recarsi all’ospedale di Isola Liri, un paese vicino. Nel primo pomeriggio di lei si persero le tracce e il suo corpo venne trovato due giorni dopo da alcuni volontari della Protezione Civile, in un boschetto di Anitrella, frazione di Monte San Giovanni Campano, con un sacchetto di plastica sulla testa e mani e piedi legati. Alla luce dei nuovi accertamenti medico-legali e delle nuove indagini compiute dai carabinieri di Frosinone, gli inquirenti si sono convinti che il giorno della scomparsa la 18enne si recò nella caserma dell’Arma di Arce, venne fatta entrare in un alloggio in disuso nella disponibilità della famiglia Mottola e, nel corso di un violento litigio, venne picchiata selvaggiamente. Credendola morta, dopo che le era stata fatta sbattere con violenza la testa contro una porta, i presenti avrebbero quindi portato Serena nel boschetto, per sbarazzarsi del cadavere e, resisi conto che era ancora viva, l’avrebbero soffocata lì sul momento.

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