Genova shock, bambina trova chiodo nel panino della mensa a scuola

Shock in una scuola a Genova: una bambina ha trovato un chiodo all’interno di un panino della mensa scolastica. Subito è scattata l’indagine interna: ecco come ci è finito…

Episodio shock all’interno della mensa di una scuola elementare a Genova: una bambina di dieci anni si è ritrovata un chiodo in bocca mentre addentava un panino. L’episodio ha avuto luogo alla scuola Daneo. Questa la ricostruzione de ‘Il Secolo XIX’: durante il secondo turno della mensa, la bambina ha rotto una baguette di pane, mettendone in bocca un pezzetto. Subito lo ha sputato, lamentandosi: “Ahi”. Un commissario mensa che l’ha vista sputare il chiodo (due centimetri di lunghezza, di quelli che si usano per appendere i quadri), ha raccolto il reperto e lanciato l’allarme.

Dopo l’accaduto, la dirigente dell’istituto comprensivo Maddalena Bertani, Michela Casareto, ha inviato questa nota a circa 300 famiglie dei bambini della scuola elementare Daneo, di salita San Francesco: “Durante il pranzo una bambina di quinta ha trovato un chiodino di 2 centimetri nel boccone di pane che aveva già in bocca. Tutti i panini sono stati ritirati e il chiodo repertato dalla polizia che è intervenuta a scuola, chiamata dai commissari della mensa. I bambini stanno bene ma controllate il loro stato nelle prossime ore”.

L’indagine interna condotta dalla dirigente del comprensivo Maddalena Bertani, Michela Casareto, che nella mattinata di oggi (venerdì 17 novembre 2017) ha parlato con i bambini assieme al Comitato Genitori, ha risolto il ‘caso’: “Il chiodo trovato in un panino della mensa alla scuola Daneo – la conclusione dell’indagine riportata da ‘Il Secolo XIX’ – è il frutto di una bravata commessa da un gruppo di bambine“. “Non è in discussione il fatto che la bambina si sia ritrovata il chiodo in bocca – ha dichiarato Michela Casareto – ma è escluso che sia arrivato a scuola all’interno del pane. Probabilmente era appoggiato sul tavolo. Per noi la faccenda è chiusa, scriverò una relazione per il Comune, la Asl e i Nas che valuteranno cosa fare, se procedere oltre. Ad affrontare il caso con le bambine, ci penseranno le loro maestre”.

Photo credits: Twitter

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