Omicidi Roveri e Del Gaudio collegati dalle tracce del Dna: serial killer o due assassini?

Possibile svolta nelle indagini riguardanti gli omicidi di Gianna Del Gaudio e di Daniela Roveri: i due delitti, avvenuti tutti in provincia di Bergamo, sembrano avere tracce comuni tra di loro.

Un’importante indiscrezione è stata lanciata dalla trasmissione Quarto Grado, nel corso della puntata andata in onda venerdì 13 ottobre, riguardante i due omicidi avvenuti in provincia di Bergamo. L’inviato del programma di Retequattro, Giorgio Sturlese Tosi, ha messo in luce, dalla prime analisi emerse sui delitti di Gianna Del Gaudio e Daniela Roveri, che le due tracce del Dna rivenute sul corpo delle vittime condividono le stesse porzioni di cromosoma Y, cioè la parte di Dna maschile che determina la linea paterna. Ciò vuole dire che le due donne o sono state uccise dalla stessa persona oppure sono state assassinate da uomini imparentati tra di loro, magari anche alla lontana.

Questa è quindi una svolta importante. La Procura di Bergamo, che fino ad oggi aveva trattato i due casi separatamente, ha chiesto ai Ris dei Carabinieri di svolgere delle analisi specifiche sulle tracce genetiche dei due delitti. Somiglianti sono anche le dinamiche degli omicidi: entrambe le donne sono state aggredite alle spalle e colpite a morte alla gola. Gianna Del Gaudio, professoressa di 63 anni, è stata uccisa nella sua abitazione nella notte tra il 26 e il 27 agosto del 2016, mentre Daniela Roveri, manager di 48 anni, è stata assassinata nell’androne del suo palazzo, mentre rientrava a casa, la sera del 20 dicembre 2016. La domanda sorge quindi spontanea: ci troviamo davanti ad un serial killer o sono due assassini imparentati tra loro? La risposta, qualsiasi essa sia, è comunque inquietante.

Gli inquirenti, nel corso di questi mesi, non hanno mai cessato di investigare su entrambi i casi, specialmente sulla misteriosa morte di Daniela Roveri. Un delitto efferato, consumatosi in 14 minuti. L’uomo è poi fuggito passando per i garage della palazzina o dal parco che si trova al fianco della stessa, visto che non è stato ripreso da nessuna telecamera di sorveglianza. Chi ha ucciso Daniela Roveri dunque o conosceva o ha studiato perfettamente la zona prima di agire. A nulla sono serviti i 230 campioni salivari raccolti tra inquilini del condominio, abitanti della zona limitrofa a quella delle vittima e colleghi di lavoro: nessuno è risultato compatibile. Anche il caso di Gianna Del Gaudio è ricco di misteri e dubbi, ma, al momento, l’unico indagato a piede libero resta il marito, Antonio Tizzani.

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