Yara, ipotesi shock del criminologo di Bossetti: rete di pedofili coinvolta nell’omicidio?

L’investigatore del pool difensivo di Massimo Bossetti, condannato per l’omicidio di Yara Gambirasio, si è recato a Rimini per tentare di scoprire un eventuale legame tra la morte dell’adolescente e la rete di pedofili individuata dopo l’arresto dell’impiegato, in possesso di un dossier dopo l’arresto della 13enne.

L’investigatore Ezio Denti, facente parte del pool difensivo di Massimo Giuseppe Bossetti condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, si è recato a Rimini per vederci chiaro sulla vicenda dell’impiegato arrestato con l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico. Nel computer del 53enne, gli inquirenti hanno trovato migliaia di file e in particolare un dossier sulla 13enne di Brembate di Sopra, scomparsa il 26 novembre 2010. L’impiegato custodiva, in diversi supporti elettronici, una sorta di manuale degli orrori dove, con particolari raccapriccianti e audio blasfemi. Il criminologo e investigatore Denti indaga su un possibile collegamento tra l’omicidio della ragazza e quanto emerso dalle indagini di Rimini.

L’impiegato 53enne è stato arrestato grazie ad una maxi inchiesta che intende smascherare una vasta rete di pedofili. Al momento non vi sono novità in merito a tale indagine, in quanto vige il massimo riserbo. In un intervista a Il Resto del Carlino, Ezio Denti si è detto intenzionato a comprendere con chi si interfacciava l’uomo arrestato, così da poter indagare se quelle persone possono essere collegate con l’unico condannato per l’omicidio di Yara Gambirasio, o se ci sono zone di collegamento con quella in cui la 13enne è stata uccisa.

 

“Quel dossier su Yara è molto interessante. Perchè proprio Yara? Perché viene indicata come una vittima sacrificale sull’altare della pedofilia?”, si domanda Ezio Denti in merito al caso. “Nei computer e nei cellulari di Bossetti non è stato trovato nulla che possa far pensare che si trovasse coinvolto in un giro simile. Gli stessi investigatori l’hanno escluso”. Sembra quindi che l’ipotesi della rete di pedofili sostenuta dalla difesa di Massimo Bossetti possa prendere consistenza. “Sul corpo della giovane vittima sono stati trovati strani segni a croce, sembravano simboli che dovessero rappresentare chissà cosa. E non erano ferite vitali. E poi c’erano quei tagli sui polsi. Sembravano quasi delle firme nell’ambito di una setta”. Per l’investigatore, nell’omicidio di Yara, potrebbe entrarci il giro di cui faceva parte l’impiegato: “Yara era pulita e candida, e ora ce la ritroviamo descritta in quel modo da un gruppo di malati di mente che inneggiano a colui che l’ha uccisa come se fosse un eroe. Come se, appunto, si fosse trattato di un sacrificio. In quel dossier viene descritta come una ragazzina che è stata sacrificata da qualcuno. Se è Bossetti il colpevole, devo pensare che faccia parte della catena. Ma, ripeto, su di lui non è mai stato trovato nulla di collegabile alla pedofilia”.

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